Audizione fiume di Luigi Marroni, ad di Consip, sentito come testimone per circa 7 ore a piazzale Clodio. Il manager, secondo quanto si e’ appreso, non avrebbe modificato la versione fornita nel dicembre scorso ai pm di Napoli circa le modalita’ con cui apprese di una inchiesta della magistratura su centrale di acquisti della pubblica amministrazione. Risalire la filiera per accertare modi e tempi della fuga di notizie sull’inchiesta Consip. Tasselli di un puzzle da mettere in fila per cercare di risalire a chi materialmente ha informato i vertici della centrale di acquisto della Pa sull’attivita’ di indagine dei magistrati di Napoli. L’iscrizione nel registro degli indagati del numero 2 del Noe, Alessandro Sessa per depistaggio, e’ solo un tornante dell’indagine sulla rivelazione del segreto istruttorio. Oggi a piazzale Clodio e’ stato ascoltato per oltre 7 ore chi per primo ha raccontato della fuga di notizie: l’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni. Sentito come testimone dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall’aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi. Marroni non ha cambiato versione su quanto detto nel dicembre scorso a Napoli. L’ad racconto’ ai carabinieri del Noe e poi ai pm di avere saputo da quattro persone diverse e in differenti occasione che le sue utenze telefoniche erano sotto intercettazione. A investigatori e inquirenti fece i nomi di Filippo Vannoni, presidente di pubbliacqua, municipalizzata di Forenze, del presidente Consip, Luigi Ferrara, del generale Emanuele Saltalamacchia e dell’attuale ministro Luca Lotti. Gli ultimi due sono stati indagati per rivelazioni del segreto d’ufficio. Sul fronte dell’attivita’ istruttoria i magistrati di piazzale Clodio hanno proceduto al sequestro dei cellulari di Sessa. I telefonini saranno sottoposti a una consulenza per il recupero di sms e whatsapp. Gli inquirenti approfondiranno il tema delle comunicazioni tra il numero 2 del Noe e il capitano Gian Paolo Scafarto, indagato per falso. Allo stato chi indaga e’ in possesso solo dei messaggi di Scafarto. Ed e’ proprio uno di questi, del 9 agosto 2016, ad aver determinato il coinvolgimento di Sessa nell’inchiesta, con particolare riferimento alla fuga di notizie. “Signor colonnello – e’ scritto – sono due giorni che io penso continuamente a queste intercettazioni e alla difficolta’ di portare avanti queste indagini con serenita’. Credo sia stato un errore parlare di tutto col capo attuale e continuare a farlo. La situazione potrebbe precipitare con la fuga di notizie”.