“Un distaccamento di combattenti dello Stato Islamico hanno portato a termine l’attacco di Londra”. Con queste parole il sito Amaq rivendica a nome dell’Isis la strage di Londra.E’ canadese la prima vittima identificata pubblicamente con nome e cognome fra le sette persone che hanno perso la vita nell’attacco terroristico di sabato sera a Londra. Si chiamava Christine Archibald, secondo quanto riferito dalla sua famiglia in una breve dichiarazione inviata alla Ctv, emittente del Canada, e rimbalzata poi sui media britannici. La famiglia esprime il suo dolore e ricorda il lavoro di “Chrissy” in un ospizio per senzatetto prima del trasferimento in Europa per raggiungere il fidanzato.
Sette le persone morte, tra cui un canadese e un francese. Tra i 48 feriti, 21 sono in condizioni critiche: sette i francesi, quattro gravissimi, e due i tedeschi, uno ferito gravemente, quattro gli agenti della polizia. Parigi ha anche dato notizia di un disperso. La Farnesina sta verificando l’eventuale presenza di italiani, ma per ora essa non risulta. Mentre 12 persone sono state arrestate nella zona dell’abitazione di un presunto assalitore e altre perquisizioni sono continuate nella giornata, il governo ha annunciato un minuto di silenzio martedì alle 11 in tutto il Paese, in ricordo delle vittime. E le bandiere resteranno a mezz’asta sugli edifici del governo, mentre la Torre Eiffel a Parigi resterà spenta stanotte in segno di lutto. Nel frattempo, proprio il giorno dopo l’attacco di Londra le star della musica salgono sul palco a Manchester nel maxi concerto benefico per dire ‘no’ al terrorismo e ricordare le vittime.Dura la risposta della premier Theresa May all’attacco della notte, a soli quattro giorni dalle elezioni generali, che si terranno nonostante i fatti. “Quando è troppo è troppo”, ha detto descrivendo l’attacco come ispirato all’estremismo islamico, in commenti che aprono a una strategia antiterrorismo rafforzata, che potrebbe includere pene detentive più frequenti e nuove regole per le attività online. May si è anche recata in visita privata a incontrare i feriti in ospedale, al King’s College dove ne sono ricoverati 14. Dei tre attentatori non si conosce l’identità, anche se secondo i media essa sarebbe già nota alle autorità. Tuttavia, sembra improbabile che sarà resa pubblica prima che le indagini siano a uno stadio avanzato, visto anche il timore che fughe di notizie possano intralciare gli investigatori. I media americani avevano fatto trapelare informazioni di intelligence sull’attacco kamikaze di Manchester del 22 maggio, e Londra aveva interrotto per un breve periodo la comunicazione con il partner nordamericano. Le indagini stanno cercando di determinare eventuali legami dei tre killer con altre persone che potrebbero aver contribuito a organizzare l’attacco. E’ la terza indagine per terrorismo di grandi dimensioni che le forze britanniche conducono in appena tre mesi, dopo quelle per l’attacco di marzo di fronte al Parlamento in cui morirono cinque persone e quelle per l’attacco di Manchester. Questa volta per neutralizzare gli assalitori gli agenti hanno sparato 50 colpi, hanno fatto sapere le stesse forze di sicurezza. I tre indossavano apparentemente dei giubbotti esplosivi, che si sono poi rivelati falsi. Testimoni e sopravvissuti hanno raccontato che nell’attaccare hanno urlato “Allahu akbar”, cioé Dio è grande. La polizia ha eseguito blitz e perquisizioni a Barking e East Ham. Nella prima zona le forze speciali sarebbero entrate nell’appartamento di uno dei terroristi, che fonti non confermate hanno descritto come di origine mediorientale. Secondo i vicini di casa non aveva dato segni di radicalizzazione ed era anzi una persona affabile. Sarebbe stato sposato, con due figli, e avrebbe vissuto in quell’edificio per tre anni. Dei 12 arrestati, quattro sarebbero donne, secondo i media. Le perquisizioni nel quartiere di East Ham secondo Bbc avrebbero portato a due fermi.