Napoli, dalle piazze al cyber-spaccio: il “passaggio al futuro” dei pusher 3.0

Da Whatsapp a Facebook passando per Messenger, Snapchat ma anche per Groupme l’applicazione utilizzata dagli adolescenti per chattare in gruppo. Eccolo l ‘universo delle piazze virtuali di spaccio. Quelle dei pusher supertecnoligici 3.0. Con tre o quattro smartphone con schede citofono per non farsi intercettare. E poi ci sono gli insospettabili fiancheggiatori dei narcotrafficanti. Operai, casalinghe, disoccupati, anziani pensionati con la “minima”, persone perbene all’apparenza, senza nemmeno una multa. Si tratta per lo più di persone sconosciute alle forze dell’ordine, e per questo “ideali” per fare da cassaforte dei narcos che hanno sempre il fiato sul collo delle forze dell’ordine. La cronaca degli ultimi mesi si è arricchita di numerosi arresti di insospettabili. Mille euro a settimana, per chi accetta di custodire in casa grossi quantitativi di droga, che diventano addirittura duemila se si confezionano in proprio le dosi. Cifra destinata ad aumentare se la casa diventa vero e proprio deposito e punto di stoccaggio della droga. E’ una guerra senza confine che porta le forze dell’ordine sempre a rincorrere le novità del mercato. Anche se le “piazze” tradizionali di spaccio continuano a resistere all’avanzata della tecnologia. Scampia, Rione Traiano, Melito, Boscoreale ne sono la testimonianza vivente. Anche se anche in questo caso la tecnologia e l’utilizzo di profili fake sul social-network e messaggi in codice sono sempre più in aumento. Il cosiddetto cyber-spaccio dà maggiore protezione sia a chi vende sia a chi acquista. E’ una scelta, insomma, dettata non soltanto dalla maggiore sicurezza di fronte alle piazze tradizionali oggetto di continui controlli da parte delle forze dell’ordine.Questo ha portato ad abbassare notevolmente l’età media di pusher visto che i ragazzi sono dei veri e propri “maghi” con gli strumenti tecnologici e con i telefonini di ultima generazione. Una sorta di passaggio al futuro anche dei pusher. Ma le forze dell’ordine non stanno certamente a guardare visto che ogni corpo ha a disposizione specialisti per fronteggiare la nuova guerra tecnologica dello spaccio.

 


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