Non ci sara’ il confronto tra i due imputati ne’ sara’ riascoltata l’amichetta della vittima, le cui dichiarazioni rappresentano uno dei cardini dell’accusa. Cosi’ ha deciso oggi la quinta sezione della Corte di Assise (presidente Alfonso Barbarano, giudice a latere Annalisa De Tollis) pronunciandosi sulle richieste avanzate dalle parti al processo per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, avvenuta al Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014. La Corte ha detto no alla richiesta di confronto, proposta dalle difese, tra Raimondo Caputo, detto Tito’, accusato di aver abusato della bambina e di averla uccisa lanciandola dal terrazzo dell’edificio del Parco Verde, e la sua ex compagna Marianna Fabozzi (accusata del solo reato di concorso negli abusi sessuali). Il confronto era stato richiesto perche’ Tito’ sostiene che ad uccidere la bimba sia stata Marianna, mentre lui si trovava in strada. La Corte ha anche respinto al richiesta di ascoltare nuovamente l’amichetta di Fortuna – le cui dichiarazioni furono raccolte durante l’inchiesta nell’ambito di un incidente probatorio – per presunte contraddizioni del suo racconto alla luce di alcune ricostruzioni emerse nel corso del dibattimento. I giudici hanno deciso invece di interrogare mercoledi’ prossimo 7 giugno un inquilino del primo piano – che secondo Tito’ – sarebbe coinvolto in un giro di pedofilia, nonche’ un detenuto, ex compagno di cella di Caputo, secondo il quale sarebbe stato Tito’ ad uccidere Fortuna ma con modalita’ diverse rispetto alla ricostruzione fatta dall’accusa, ovvero scaraventandola per le scale e lanciandola poi da un finestrone del terzo piano.”In quell’isolato, al primo piano c’era la stanza dei bambini… Lo sapevano tutti e tutti sapevano quello che succedeva. Tanto che uno degli inquilini è stato condannato a dieci anni per aver abusato della figlia dodicenne. In quel maledetto posto, abitato da napoletani, mi hanno messo in mezzo, perché io non sono del loro ambiente. Io sono di Afragola”. Ha spiegato Caputo in aula chiedendo di fare dichiarazioni spontanee. Nel puntare il dito contro la una presunta rete di pedofili del Parco Verde, ha confermato pure che alla notizia della morte del pm Federico Bisceglie, avvenuta in un incidente stradale, i pedofili del primo piano (quelli della «stanza delle bambine») festeggiarono con i fuochi artificiali.Dopo l’esame degli ultimi testimoni, la parola – probabilmente all’udienza successiva – passera’ al pubblico ministero per la requisitoria. La camera di consiglio per la sentenza, secondo il calendario fissato dal presidente Barbarano, dovrebbe tenersi il 12 luglio.