“E’ stata saggia la scelta di interloquire con la tifoseria, non si poteva fare altrimenti, ma il problema che deve porsi è: se Genny ‘a carogna è in grado di avere questa autorevolezza, la società, deve avere una garanzia di non aver a che fare” con questi personaggi”. Così la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, facendo riferimento alla finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli del maggio 2013 in cui si era stata diffusa la notizia della morte del tifoso Ciro Esposito. “Ero allo stadio trapelata la notizia che Ciro Esposito era morto e la curva del Napoli era in subbuglio. Io ero vicino al presidente del Senato, a Malagò e al presidente della Federcalcio. Ad un certo punto sono andato da Pecoraro dicendogli ‘devi dire che non è morto’. La polizia locale a quel punto accompagnò il Formisano (dirigente del Napoli, ndr) e il capitano del Napoli Hamsik per cercare di spiegare a questi signori che il loro tifoso non era assolutamente deceduto. Io non l’ho mai conosciuto, non era un interlocutore”, ha spiegato il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.