Scafati, bomba carta al Roxy bar: è il locale della figlia del boss Franchino Matrone

Scafati. Il boss è accerchiato. L’avvertimento è di quelli forti, dirompenti. Si colpisce i componenti di una famiglia egemone e sale la preoccupazione per una guerra intestina della camorra mai estirpata a in città. E’ notte. Il boato al Roxy bar. Va tutto in frantumi. Il messaggio è forte. Quel bar è gestito di fatto dalla figlia del boss Franchino Matrone e dal genero, il pregiudicato Gennaro Buonocore. Stanotte, poco dopo la mezzanotte, quando via Pietro Melchiade è deserta una bomba carta ha distrutto l’ingresso e il gazebo del locale, situato di fronte al Comune di Scafati a due passi dal comando della polizia municipale e nei pressi dell’ufficio postale centrale. Si colpisce al cuore la città e si lancia un messaggio forte e chiaro alla famiglia di ‘franchino ‘a belva’. Sull’episodio indagano i carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore che insieme ai vigili urbani sono intervenuti per verificare i danni e prestare soccorso ad eventuali feriti. L’allarme è stato lanciato da più parti. Il boato si è sentito anche a distanza di alcuni chilometri. In frantumi i vetri dei palazzi circostanti, il boato è stato dirompente. Anche una vetrata di Palazzo Meyer, sede del municipio, è finita in pezzi.

Ma il danno seppur ingente è poca cosa rispetto al messaggio lanciato alla città e alla famiglia del boss, detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Opera. In carcere anche il figlio ‘Michelino’ Antonio, arrestato alcuni mesi fa per un’ordinanza di custodia cautelare della Dda di Salerno, e di fatto erede del boss.

Qualcosa si è rotto negli equilibri criminali in città. Nonostante l’insediamento della triade commissariale – guidata dal prefetto Gerardina Basilicata – per effetto dello scioglimento del consiglio comunale, la camorra non ha smesso di puntare in alto. E questa volta il prezzo è altissimo. In gioco ancora gli affari illeciti. Ma non solo i soliti, quelli dello spaccio e delle estorsioni.

Le indagini della Dia di Salerno che da oltre un anno monitorano gli equilibri criminali dei clan che operano in città, a partire dai Loreto-Ridosso – sgominato con gli arresti di settembre di due anni fa e con i pentimenti di Alfonso Loreto e Romolo Ridosso – non sono mai terminate. La netta divisione degli affari illegali in auge fino a due anni fa ora non è più attuale. Piccoli gruppi rimasti a gestire le piazze di spaccio e legati ai clan della camorra vesuviana vogliono accaparrarsi tutto.

Stamattina, la triade commissariale ha allertato il Prefetto di Salerno Vittorio Malfi, gli uomini della direzione investigativa antimafia di Salerno verificano l’episodio che potrebbe passare fin da subito di competenza della Dda di Salerno che sta conducendo diverse indagini – sia sul versante delle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione, sia su quello puramente criminale – sul territorio di Scafati. La situazione è incandescente. C’è bisogno di riaffermare la presenza dello Stato. Il 19 giugno prossimo arriverà la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi.

La gestione del Roxy bar affidata ai familiari di Franchino Matrone non lascia dubbi sulla matrice dell’attentato. E’ un avvertimento di chiaro stampo camorristico al clan che fino a qualche mese fa dettava legge e a Gennaro Buonocore, pluripregiudicato per associazione per delinquere e estorsioni. E’ stato il gestore per l’affare dei videopoker per conto del gruppo criminale capeggiato dal suocero. Oggi la camorra non ammette ‘defaillance’ e impone la legge del più forte. Scafati non è libera. Scafati trema.

Rosaria Federico

 


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