Insieme con il boss ribelle del rione don Guanella, Walter Mallo, che l’altro giorno è stato condannato a 16 anni di carcere, si sono beccati ben 14 anni a testa anche i suoi tre fedelissimi ovvero Vincenzo Danise, Paolo Russo e Rudy Rizzo. Una condanna pesante per tutti accusati di associazione camorristica e detenzione di armi. Sono stati tutti incastrati dalle intercettazioni ambientali grazie a una microspia piazzata nel loro covo, all’Isolato 59 del rione Don Guanella. Sul terrazzo di quell’edificio il 14 aprile 2016 nel corso di una operazione congiunta di Carabinieri e Squadra Mobile furono trovate 4 pistole, 1 fucile e diverse munizioni. la detenzione di quelle armi insieme al reato associativo e ad alcuni tentati omicidi è valsa la pesante condanna al gruppo dei Mallo. La cui ascesa criminale è durata meno di un anno. Lo Stato con il suo arresto avvenuto nel maggio dello scorso anno gli aveva salvato la vita vista che sulla sua testa c’era la taglia non sono del boss, poi pentito, Carlo Lo Russo, che aveva chiesto ai suoi di ucciderlo e tagliargli la testa e metterla in un water da lasciare al centro della strada nel rione don Guanella. Ma anche gli Amato-Pagano erano disposti ad ucciderlo. Non a caso in una delle intercettazioni a casa di Carlo Lo Russo, il boss di Miano parlando con il nipote Nico Cerasuolo, che aveva partecipato al mancato agguato proprio contro Mallo, dice: «”ta bordello. Stu guaglione sta creando bordello. I guaglioni (gli spacciatori) non vendono. Non stanno lavorando proprio perché si mettono paura di questo scemo, sto Walter. Questo drogato di merda da dove è uscito? Mo’ gli faccio vedere io il terrore. La vuoi così la guerra? E la facciamo c sì. Mo’ ci faccio terra bruciata….quelli di Melito si sono offerti di darmelo su un piatto d’argento…questo guaglione, vorrei solo avere il piacere di vederlo. Prima che muore. Gli devo dare due schiaffi. Dico: mannaggia la madonna, non hai capito niente della vita? È morto lo zio tuo… tuo padre non si è trovato più…”. E la stessa mamma di Mallo era preoccupata per le sorti del figlio: “…sono ‘mongoli’, vogliono fare i boss ma in modo sbagliato. Infatti danno fastidio a tutti, anche nel loro stesso quartiere, nel loro palazzo, addirittura occupando abitazioni assegnate ad altre famiglie… Stanno facendo proprio tarantelle ggrosse…. Sparano quaggiu’…una bambina di quattro anni stavano colpendo….ma che stiamo scherzando!… Manco se fosse uscito pazzo! Ma chi ne ha idea delle stupidaggini che fanno questi qui…Andate…andate a fare le banche, che prendete quei tre o quattro anni di carcere…ma tu vai contro gente che sta da cinquant’anni qui (cioe’ i Lo Russo, ndr)”. Ma lui si sentiva forte e invincibile. E così che commentando con la sua ragazza al telefono il mancato agguato e il ferimento avvenuto nella notte tra il 24 e 25 aprile dello scorso anno dice: “Mi ha voluto far andare un poco là sopra…mi hanno sparato loro a me,questi cornuti “. La ragazza allora preoccupata gli chiede: ” Amò, ma stai bene?” E lui la rassicura: “… sto sempre bene… mi hanno sparato… certo scemi di Miano che hanno detto che io sto dando addosso per senza niente…Genny mi ha voluto far andare un poco la sopra”. Poi per far capire alla fidanzata la sua potenza spiega che ha acquistato 12 sim telefoniche cosiddette “citofono” distribuite oltre che ai suoi fedelissimi anche a persone della Masseria Cardone, con le quali si era legato e a gente di Caivano: “…Le ho pagate 25 euro l’una, ne ho prese dodici. Però… questa la devo mandare ai compagni miei… vedi sta scritto Caivano… lo vedi?… Già ho segnato i numeri, loro tengono il numero mio, hai capito? Va a finire che ci imbrogliamo con le schede perché ho mandato le schede a certi compagni miei…”, spiega sempre alla fidanzata. Ma Mallo aveva saputo trovare anche altre alleanze con giovani ribelli di altri rioni e di altri comuni come è emerso dalle indagini. “Sta un esercito di compagni dietro…Rione Traiano…Fuorigrotta…eh…qua…Villaricca…stanno tutti…tutti quanti con Walter, stanno!”. Si legge in una intercettazione agli atti del processo. E non a caso il mese scorso Mallo insieme con Vincenzo Denise è stato raggiunto in carcere da una nuova ordinanza di custodia cautelare per una estorsione compiuta a Villarica con Domenico Cacciapuoti, 27 anni, ritenuto esponente del sodalizio criminale Ferrara-Cacciapuoti, che opera a Villaricca, nipote del capo clan Luigi.
(nella foto da sinistra Walter Mallo, Paolo Russo, Vincenzo Danise e Rudi Rizzo)