Si indaga nel mondo della droga per trovare una spiegazione all’omicidio di Alberto Musto Benvenuto, il 33enne ucciso in nottata a Torre Annunziata. L’uomo è arrivato già morto all’ospedale di Boscotrecase dove è stato accompagnato da un suo amico che si trova con lui in auto al momento dell’omicidio. L’agguato è scattato in via Roma quando la Lancia Y con i due a bordo è stata affiancata da uno scooter con due persone in sella che aveva il capo coperto da caschi integrali. Quello seduto sul sellino posteriore si è alzato sui pedalini e ha fatto fuoco a ripetizione contro Alberto Musto Benvenuto. Inutile la corsa verso l’ospedale sant’Anna di Boscotrecase dove è arrivato già morto. Era stato centrato da almeno sette proiettili. L’amico che era con lui in auto è rimasto sotto choc ma non è stato neanche sfiorato dai proiettili. Chi ha fatto fuoco lo ha fatto con precisione, un killer professionista. Sul posto i carabinieri di Torre Annunziata, che conducono le indagini, hanno ritrovato ben 10 bossoli calibro 9. Il suo accompagnatore e amico è stato interrogato a lungo ma non ha fornito elementi utili alle indagini. Ha pensato a ripararsi nell’auto abbassando la testa e non ha visto, grazie anche alla complicità del buio della notte, su che marca di moto viaggiavano i killer. I carabinieri hanno interrogato amici e familiari della vittima, hanno sequestrato il telefono attraverso il quale si spera di arrivare ai contatti. E poi si stanno visionando le immagini delle telecamere pubbliche e private nella zona per arrivare ad avere elementi utili per risalire quanto meno alla moto dei sicari. Si sospetta che Alberto Musto Benvenuto abbia commesso uno sgarro nel mondo della droga. Probabilmente una partita di sostanza stupefacente non pagata o uno sconfinamento nella vendita in una zona che apparteneva ad altri.
Rosaria Federico