Abili ladri d’arte ma ignoranti: un “Gattuso” venduto per 140 euro. Chi sono i sette arrestati dai carabinieri

La loro abilità di ladri faceva il paio con la loro ignoranza artistica “Vincè sai quante occasioni buone hai avuto e non te le sei sapute guardare, le hai vendute, andammo a fare pure quella casa dove stava il Gattuso (il riferimento è ad un’opera di Renato Guttuso) per prendere 140 euro”. A parlare è Antonio Castaldo, uno dei sei arrestati nel blitz di ieri  dei carabinieri di Salerno che hanno sgominato la gang dedita ai furti di opere d’arte. Castaldo, 55 anni di Salerno e che di mestiere fa il pescivendolo, rimprovera il suo complice Vincenzo Apicella, 53 anni di Vietri sul Mare e che fa il fornaio, di non aver saputo “valutare” un’opera che loro impropriamente definiscono di Gattuso (come l’ex calciatore di Salernitana e Milan). Un’opera che hanno venduto per miseri 140 euro quando il suo valore oscillava dai 500mila ai 700mila euro. Si tratta di un bassorilievo non ancora recuperato dai carabinieri. Con loro due sono finiti in manette altri due salernitani: Giovanni Cataldo 59 anni operaio di Salerno, fratello di Antonio e Carmine Iacono 60 anni di Cava de’ Tirreni e i due fratelli di Castellammare di Stabia Antonio e Catello Russo di 54 e 52 anni tutti finiti ai domiciliari. Obbligo di dimora invece per il commerciante di Baronissi, Michele Salvatore di 46 anni. la gang è stata tradita da una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche e traditi soprattutto dalla loro sfrontatezza. Infatti dopo “le visite” dei carabinieri che erano sulle loro tracce parlando al telefono dicevano: “Non devi dire niente.È meglio dire che un paio di giorni fa avete trovato questa roba e ve la siete portata a casa, La stessa cosa che abbiamo detto noi”.

Dodici gli episodi delittuosi (dieci dei quali sono furti e due reati di ricettazione) contestati ai sette indagati destinatari di altrettante misure restrittive chieste dalla procura di Salerno ed accolte dal gip Stefano Berni Canani. Prima di mettere a segno i colpi, la gang avviava attività di perlustrazione dei luoghi per andare a colpo sicuro. Un compito, questo, quasi sempre affidato a Giovanni Castaldo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Carmine Iacono, Antonino e Catello Russo erano i ricettatori, quelli che acquistavano gli oggetti dal gruppo salernitano composto in particolare dai Cataldo da Apicella al quale ogni tanto si affiancava anche Michele Salvatore.

 


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