Arzano, Voto&Camorra: il caso arriva in Parlamento

Arzano. Alle elezioni con l’ombra della Camorra. Il clan della 167 avrebbe appoggiato liste e candidati. Presentata interrogazione parlamentare. Con Atto Ispettivo  n. 4-07756, pubblicato il 5 luglio 2017,  il Senatore Bartolomeo Pepe scrive  ai Ministri dell’interno e per la semplificazione e la pubblica amministrazione. “Premesso che, secondo quanto risulta all’interrogante: il Comune di Arzano (Napoli), già sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2008 e nel 2015, è recentemente tornato agli onori delle cronache per inosservanza di regole e carenza di controlli in un contesto, ben percepito dalla popolazione e raccontato dai media , che sembra immutato rispetto a quelli descritti dai precedenti provvedimenti di scioglimento; decine sono stati gli arresti che, negli ultimi anni, hanno interessato personaggi, politici e non, a vario titolo coinvolti nelle amministrazioni locali, tra cui l’ex sindaco, dirigenti all’urbanistica e ai tributi, il comandante, nonché numerosi agenti, di Polizia municipale, colpiti da ordinanze di sospensione dal servizio per depistaggio, falso ideologico, tentata concussione, corruzione e minacce; la cronaca recente riporta che: giovani a bordo di moto, con il viso coperto da casco integrale, avrebbero rincorso il candidato sindaco, che si sarebbe dovuto rifugiare nei pressi della locale caserma dei carabinieri; non sarebbero mancate minacce esplicite di ritorsioni ad un cronista impegnato in delicate attività di inchiesta giornalistica da parte di un candidato al Consiglio comunale; sarebbe stato aggredito in pubblica via anche il candidato S. B. ad opera del consorte della candidata sindaco; uno dei candidati sindaco risulterebbe avere strette parentele con soggetti arrestati per spaccio di droga e sequestro di persona con arresto avvenuto ad opera del ROS dei Carabinieri; altri candidati sarebbero stati espressione familistica di ex amministratori arrestati negli anni ’90, con forti interessi economici e territoriali, soggetti da sempre ritenuti vicini all’Alleanza di Secondigliano; nelle liste degli eletti, sarebbero risultati presenti alcuni ex amministratori e tecnici citati negli atti dello scioglimento del 2015. Questi, seppure all’opposizione, avrebbero ottenuto il rilascio di concessioni in sanatoria in fascia di rispetto industriale da un tecnico non dipendente del Comune; un’altra candidata, anch’essa presente negli atti dello scioglimento, durante la gestione Fuschino (sciolto per camorra), avrebbe trattato le sue pratiche edilizie da tecnico privato, istruendole successivamente quale dipendente comunale a tempo determinato; un ulteriore candidato invece, sempre nella stessa coalizione, sarebbe risultato tra i più votati di Arzano; lo stesso sarebbe stato in rapporti con il figlio del boss Andrea Puzone ucciso in un agguato nel 2008; molto impegnato in campagna elettorale un soggetto arrestato, unitamente ad esponenti del “clan della 167”, come anche l’ex capo staff del sindaco Fuschino, a processo per tale nomina e ritenuto nel decreto di scioglimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in collegamento diretto con i clan locali, lo stesso avrebbe forti interessi edilizi sul territorio; a fare da “collettore” di voti in favore dell’eligendo consigliere, si sarebbero attivati un avvocato romano e il dirigente della ditta dei rifiuti già imputato nel processo per truffa aggravata e tentata concussione nei confronti della stessa impresa dei rifiuti; nella lista “Arzano Insieme”, ancora, tra i presenti tale M. M. sarebbe stato oggetto in passato della misura della sorveglianza speciale. La lista avrebbe catalizzato attorno ad uno dei candidati, una parte dei voti del clan locale; in via Sette Re, sarebbe sorto un mega capannone a seguito di concessione edilizia ritenuta irregolare, in quanto vi sarebbe stato un frazionamento illecito dei suoli e quindi una cartolarizzazione, nonostante la concessione commerciale fosse stata concessa dal SUAP prima di quella edilizia; sintomatico anche il blocco del PUC (piano urbanistico comunale) quasi in fase di ultimazione; è sintomatico, ancora, che, come riportato dalle cronache, una dipendente LSU del Comune abbia proseguito la sua campagna elettorale all’interno degli uffici, come un altro soggetto, che, pur avendo un rapporto di subordinazione con l’ente presso l’ufficio tributi, risulta candidato e tra i più votati senza optare per l’aspettativa; altri dipendenti, seppur citati nelle informative antimafia a corollario dello scioglimento, risultano ancora ai propri posti. È il caso del settore Ambiente, in cui uno dei dipendenti pesantemente chiamato in causa nell’atto ispettivo, manterrebbe ancora il suo ruolo di caposervizio; molti dei dipendenti condannati, altri con processi in corso, avrebbero fatto affidamento sulla nuova amministrazione comunale per essere reintegrati in servizio, attraverso una serie di pareri legali ad hoc, che giustificano la revoca di fatto delle delibere commissariali di sospensione dal servizio e di costituzione di parte civile. In questa ottica, significativa è anche l’assenza dell’atto di sospensione per il comandante della Polizia municipale; le indagini dell’Arma dei carabinieri di Casoria e Arzano hanno permesso di mantenere il livello di attenzione alto, in un clima irreale, pervaso dall’apparente contiguità della criminalità organizzata e della politica, e, in particolar modo, durante la competizione elettorale, si ricordano i tentativi di intimidazioni denunciati durante uno dei comizi finali e relativi al primo turno elettorale, si chiede di sapere quali azioni di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda intraprendere in merito e quali provvedimenti intenda promuovere per contrastare la contiguità tra criminalità organizzata e politica nel Comune di Arzano (Napoli)”.

 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1029540

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