L’arrivederci ai monti della Valnerina l’ha dato con un sorriso forzato sul volto. Una mimica facciale che Walter Novellino ha modificato per due ragioni: una sconfitta amara e uno screzio avuto in campo con l’allenatore del Taranto, Francesco Cozza. Il collega, nell’incoraggiare la sua squadra, ha rivolto qualche appellativo poco oxfordiano ai biancoverdi. Qualche parolina di troppo che non è sfuggita a Novellino. Da qui la decisione di non stringergli la mano e di non parlare della squadra pugliese in sala stampa dove ha comunque tracciato un bilancio positivo del ritiro: «I conti ha esordito l’allenatore di Montemarano- si fanno alla fine. In questa fase bisogna soltanto lavorare sodo. È normale che le gambe siano imballate e le idee offuscate. La sconfitta in amichevole non mi preoccupa. Anzi, rispetto alla gara vinta contro il Monticelli, ho visto una applicazione migliore e uno sforzo maggiore nel mettere in pratica certe giocate. Loro andavano a mille e non mi interessa sapere perché. Nel calcio è normale che se non corri non vinci pure se sei di categoria superiore, ma in questa fase non è un problema. L’importante per me era vedere certi meccanismi. Nel secondo tempo c’è stata un’ottima reazione. Tra una settimana, in Tim Cup contro la vincente di Matera e Casertana, secondo Novellino si vedrà un Avellino diverso: «Avremo sette giorni di tempo per migliorare sulla velocità . La preparazione qui a Cascia ha sottolineato – è stata positiva. Nelle partite che contano, a partire dalla Coppa Italia, la squadra saprà dare un risposta diversa sia sul piano del risultato che sul piano della freschezza atletica». Qualche singolo, tuttavia, ha già dimostrato di essere sulla strada giusta. «Radu e Molina ha rimarcato Novellino- mi hanno dato già delle buone indicazioni così come il giovane Asencio e Ngwa. In questa fase, però, i brevilini come loro vanno prima in forma. State tranquilli, non create polemiche perché sappiamo cosa fare». Un intercalare ripetuto più volte che lo ha spinto pure a chiarire l’equivoco che si era generato nei giorni scorsi con il presidente sulle operazioni di mercato: «Quando sono intervenuto nel corso della conferenza stampa di Moretti ha puntualizzato – l’ho fatto solo per stimolare un ragazzo dal quale mi aspetto tanto. Era una battuta nei suoi confronti, poi sono subentrati altri fattori e qualcuno ha frainteso. Sono l’allenatore dell’Avellino ed alleno senza problemi i calciatori che mi vengono messi a disposizione. Con la società agiamo d’intesa. Sappiamo quello che dobbiamo fare e non veniamo a rivelare al pubblico le strategie. Il mercato ha i suoi tempi e le sue imprevedibilità . E’ chiaro che qualcosa ci manca ma se non arriva, pazienza. Non mi sono spaventato l’anno scorso in quella situazione, pensate che possa farlo quest’anno?». Dribblando le domande sui singoli, il tecnico di Montemarano ha fatto capire che resta comunque in attesa di un difensore e un attaccante. Per il rinforzo del pacchetto arretrato la settimana che si apre sarà decisiva. Il primo agosto, come annunciato da Taccone e confermato dall’agente Minieri, Riccardo Marchizza dovrebbe diventare un giocatore biancoverde mentre per la punta si aspetteranno, quasi certamente, i saldi finali. Per il modulo, invece, non è da escludere un ritorno alle origini. «In questo ritiro ha concluso- ho provato il 4-1-4-1, il 3-5-2 e oggi, nella ripresa, il mio 4-4-2. Non sono un allenatore che si inventa le cose ma sono uno che, prima di decidere, preferisce sperimentare. La Tim Cup ci servirà come rodaggio, in campionato vedrete il solito Avellino di Novellino. I conti si fanno a maggio, non a luglio».