Avellino: Taccone interrogato a Roma

Un interrogatorio durato poco più di mezz’ora. Davanti agli inquirenti della procura federale, in via Campania a Roma, Walter Taccone ha risposto alle domande senza batter ciglio allontanando, con forza e decisione, qualsiasi sospetto di combine paventato sulla gara promozione giocata a Catanzaro il 5 maggio del 2013. Come ribadito in altre occasioni, il presidente ha asserito di aver conosciuto, in maniera informale, il collega Giuseppe Cosentino solo qualche minuto prima della partita. «Ci sono degli atti secretati – ha detto il patron ai cronisti all’uscita dalla procura- ma vi posso dire che, come Avellino, non abbiamo nulla da temere. Abbiamo fatto una chiacchierata nel corso della quale mi hanno fatto delle domande ed ho risposto senza problemi. Quello che dovevo dire l’ho detto. Questo è tutto. I tifosi devono stare tranquilli. Pensiamo alla squadra e alla stagione che sta per aprirsi». Nel corso dell’audizione, comunque, oltre al contenuto dell’intercettazione tra il presidente Cosentino e un amico, in cui il patron giallorosso si lamentava del mancato rispetto dei patti (il pareggio) da parte dell’Avellino, gli inquirenti federali avrebbero sottoposto all’attenzione del presidente Taccone anche alcune frasi, frutto di registrazioni acquisite nella inchiesta penale in corso alla procura della Repubblica di Palmi. Conversazioni tra terze persone, nessuna legata all’Avellino tantomeno collegabili a tesserati biancoverdi, in cui sarebbero stati fatti dei chiari riferimenti alla partita in questione. Le stesse domande, in pratica, già rivolte mercoledì scorso al ds biancoverde, Enzo De Vito, e il giorno successivo al suo ex collega calabrese, Armando Ortoli. Adesso davanti agli inquirenti sportivi di via Campania dovrebbe sedersi nei prossimi giorni Andrea Russotto, ex giallorosso accusato nella telefonata intercettata di «aver sbagliato due facili occasioni da rete». Prima della conclusione delle indagini, tuttavia, gli inquirenti capitolini potrebbero decidere di allargare il cerchio ascoltando altre persone interessate ai fatti. Tutto questo malgrado l’avvocato Edoardo Chiacchio, difensore dell’Avellino, all’uscita dalla sede della Procura abbia rimarcato la celerità con cui si stanno conducendo le indagini anche per le pressioni di Vibonese e Trapani: «La procura – ha detto l’esperto legale dei lupi – sta procedendo in fretta, convocando ad horas i tesserati per gli interrogatori in modo da chiudere la fase istruttoria in breve tempo essendo coinvolti diversi soggetti e con due società che fungono da terzi interessati, ovvero Vibonese e Trapani. Entrambe, ovviamente, premono e nutrono interessi specifici per avere sentenze rapide. Siamo dinanzi a una situazione molto delicata anche perché è contestualmente in corso l’indagine penale a Palmi. Insomma, noi siamo tranquilli ma questo non significa che non dobbiamo essere cauti e attenti ai minimi particolari».


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