Bagnoli, Città della Scienza: “Ci sfrattano, vince chi ha bruciato il museo”

“Segnaliamo al Comune di Napoli e al sindaco de Magistris che spostare un Museo realizzato in edifici di 160 anni con la motivazione che gran parte degli edifici sono stati bruciati da mani criminali, e che quindi l’occasione e’ buona per eliminarlo, e’ nei fatti dare ragione a quelle stesse forze criminali che hanno bruciato il Museo Scientifico della citta’ di Napoli“. A spiegarlo sono Vittorio Silvestrini e Adriano Giannola, presidente e vicepresidente della Fondazione Idis-Citta’ della Scienza, annunciando la contrarieta’ del Cda alla soluzione proposta per Citta’ della Scienza all’interno dell’accordo interistituzionale per il risanamento di Bagnoli, siglato ieri da Comune di Napoli, Regione Campania e governo. Con l’intesa “su richiesta non negoziabile del Comune di Napoli – denuncia Citta’ della Scienza – e’ stata sviluppata una proposta che prevede di acquisire al lungomare tutte le aree di sedime dei volumi incendiati lasciando lungo il percorso fronte mare solo i ruderi dell’antica vetreria”, dando in sostanza disposizione di costruire il nuovo Science Center in area ex Italsider. Un piano ben diverso da quello previsto nell’Accordo di Programma Quadro sottoscritto nel 2014 che preveda la ricostruzione del museo bruciato a ridosso del mare. “Il progetto in corso da alcuni anni viene semplicemente cassato – dice Giannola – e la ricostruzione del museo della Scienza viene rinviata a eventi futuri, piuttosto complicati e laboriosi, che fanno perdere qualsiasi certezza. Eppure il sindaco aveva anche firmato l’accordo di programma e aveva partecipato ad alcune sedute della conferenza dei servizi sulla ricostruzione del Museo bruciato”.

Il Museo di Citta’ della Scienza e’ stato il primo Science center d’Italia ad essere visitato ogni anno da circa 350mila persone. Un patrimonio andato perduto nella notte del 4 marzo 2013 quando fu distrutto da un attentato incendiario. Ad oggi, vi e’ stata solo una condanna, quella del custode, accusato di complicita’ con ignoti. A quattro anni dall’attentato non si conoscono ancora mandanti, esecutori ed eventuali complici. “E ora vogliono cacciare il Museo dalla sua casa – denuncia ancora il CdA di Fondazione Idis – non per ricostruire la linea di costa ma per realizzare una spiaggia artificiale in stile “Dubai”. Questa richiesta, l’unica “non negoziabile” in un documento di 102 pagine, non si spiega se non con una precisa volonta’ dell’amministrazione comunale di colpire un pezzo di comunita’ scientifica napoletana”. Da parte della Fondazione Idis c’e’ un forte “stupore” per l’atteggiamento del sindaco di Napoli: “de Magistris – attacca Vittorio Silvestrini – non ci ha fatto neanche una telefonata. E’ una decisione immotivata”. Il CdA chiede di dare una risposta ferma “alla mano e alle menti criminali che hanno incendiato il Museo e di non avvalorare la tesi di chi vede nel fuoco uno strumento efficace di ridisegno del territorio”. “E se tale scelta non venisse corretta – continua il presidente della Fondazione – ci riserviamo di chiedere nelle sedi opportune il risarcimento per i danni materiali e morali che quest’atto arrecherebbe”.


Articolo precedenteNapoli, inaugurazione stazione “San Giacomo” Metropolitana: con de Magistris, De Luca e Delrio
Articolo successivoLa politica del merito all’Università di Salerno: premiati gli studenti meritevoli con il rimborso integrale delle tasse