Camorra, il boss pentito Lo Russo: “Volevo dare la Sanità a Tolomelli e invece uccidendo Pierino l’ho dato a quello scemo di Vastarella”

“Ti volevo dare la Sanità a te invece l’ho data a Vastarella … capito? tutto il bordello, quello scemo”. A parlare senza sapere di essere intercettato nel marzo del 2016 è il boss oggi pentito Carlo Lo Russo. E’ nella sua abitazione di via Ianfolla a Miano e parla con alcuni suoi sodali. Commentano l’omicidio di Pierino Esposito avvenuto mesi prima e i fatti del rione Sanità. Il quartiere era finito nelle mani dei Vastarella per i quali Lo Russo non nutriva alcuna stima “…ha avuto ‘o mesale a tavola quello scemo li giù…”.Commenta ancora. Queste suoi dialoghi poi spiegati meglio ai giudici in un verbale sono contenuti nelle 456 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare con le quali il gip Francesca Ferri oggi ha ordinato a polizia e carabinieri in una operazione congiunta l’arresto di nove esponenti dei clan federati dei “Barbudos” Esposito-Spina-Genidoni e di quelli di Walter Mallo. Il provvedimento restrittivo, è stato notificato in carcere al reggente Antonio Genidoni, alla madre Addolorata Spina; alla moglie Vincenza Esposito, Alessandro D’Aniello, Emanuele Salvatore Esposito e aWalter Mallo,  mentre sono stati arrestati Francesco Spina, cugino di Genidoni e  Salvatore Basile detto ‘o pirata e Agostino Riccio, passati con il clan Vastarella nel corso della faida. Indagati a piede libero invece sono il pentito Alfredo Sartore e Mosè Molli. L’inchiesta racconta lo scenario completo della faida del rione Sanità partendo dagli omicidi di Ciro Esposito e del padre Pierino passando per il duplice omicidio delle Fontanelle a quello degli Esposito, padre e figlio a Marano fino all’omicidio di Raffaele “Ultimo” Cepparulo.E’ la storia del decapitato clan dei “Barbudos” con la reggenza di Francesco Spina (nipote di Addolorata Spina e cugino di Antonio Genidoni) che, tuttavia, non si rivela all’altezza del compito e contribuisce a far perdere potere all’organizzazione. Il malcontento degli affiliati che non vengono adeguatamente retribuiti determina anche l’allontanamento di alcuni di essi dal clan ma, soprattutto, l’indebolimento dell’organizzazione culminerà nell’omicidio, prima, di Ciro Esposito ‘o spagnuolo (figlio di Pierino e, dunque, fratellastro di Antonio Genidoni) e, poi, dello stesso Pietro Esposito caduto, nel novembre 2015, sotto i colpi degli uomini di Carlo Lo Russo in piazza San Vincenzo, cuore del quartiere Sanità.Solo in epoca recente si è fatta luce su tale ultimo omicidio grazie, anzitutto, alle dichiarazioni confessorie rese dal capo dei “capitoni”, Carlo Lo Russo. Prima di tale momento, invece, la famiglia di Pietro Esposito e, dunque, il figlio Antonio (nel frattempo scarcerato e obbligato a domiciliare a Milano), la moglie del capo clan, Spina Addolorata detta Dora, madre di Antonio Genidoni, e gli uomini rimasti fedeli agli Esposito-Genidoni erano convinti che i responsabili dell’ omicidio di Pierino fossero i Vastarella, il gruppo criminale che, infatti, proprio grazie al ‘regalo’ fatto dai Lo Russo (come commenterà lo stesso Carlo Lo Russo, mandante dell’omicidio di Pietro Esposito) senza alcuno sforzo si sono impadroniti del quartiere ed hanno anche provveduto a cacciare dalle case le famiglie appartenenti al clan avversario. Con il suo pentimento Carlo Lo Russo ha  consentito di ricostruire l’omicidio di Pietro Esposito)e non solo, confessando il proprio ruolo di mandante ed indicando quali esecutori materiali del delitto i propri fedeli sodali Luigi Cutarelli e Ciro Perfetto.  Dunque, le convinzioni della famiglia Esposito ed in particolare del figliastro  Antonio Genidoni, della madre Addolorata Spina e dei sodali rimasti fedeli al capo clan, in ordine al ‘responsabile’ dell’omicidio del capo clan Pietro Esposito vengono smentite quando oramai era troppo tardi: il 22 aprile 2016 e, dunque, pochi mesi prima del ‘pentimento’ di Carlo Lo Russo (avvenuto a luglio 2016) si consuma la vendetta della famiglia Genidoni-Esposito-Spina contro i Vastarella. Solo a partire dal mese di giugno 2016 vengono rese note le conversazioni  registrate in ambientale presso l’abitazione di Carlo Lo Russo, da cui emerge il rammarico del capo clan per aver servito la Sanità ai Vastarella su un piatto d’argento, avendo ovviamente eliminato il ras Esposito dal territorio. Nel verbale del 12 luglio 2016 spiega Carlo Lo Russo: “…Quando dico di riferire a Vincenzo Tolomelli che “sto pigliato collera perché non si è fatto vedere più” dico anche che avrei voluto mettere lui alla Sanità , spiego il senso di questa frase: dopo la morte di Pìerino Esposito lo mandai a chiamare per dirgli che avevo risolto il problema, gli avevo spianato la strada alla Sanità ed invece lui non si è fatto più vedere quando invece avremmo potuto fare affari insieme. Invece questo non è accaduto io stimavo Tolomelli siamo stati carcerati insieme, non stimavo invece i Vastarella. Aggiungo poi nella stessa conversazione che ” Vastarella ha avuto il mesale a tavola” nel senso che gli ho risolto il problema senza fare niente, ha avuto la Sanità grazie a me nel senso che avendo io ucciso Pierino Esposito gli ho risolto un problema. Lo sapeva tutta Napoli che eravamo stati noi. Non ho messo io Vastarella alla Sanità come accordo, ma solo di riflesso uccidendo Pierino gli ho fatto un favore, questo è il senso dell ‘avere avuto il “mesale a tavola”. Vastarella è sempre stato vicino ai Licciardi, non potevo mai legarmi a lui”. Ma la faida scoppiata nel quartiere della Sanità nel periodo in questione emerge anche dai propositi ·punitivi’ del feroce capo clan dei “capitoni”. Ed invero, per un verso, dalle attività investigative era emerso che, dopo l’omicidio di Pierino Esposito, Agostino Riccio e Salvatore Basile (alias o’ pirata) erano transitati in altri gruppi, verosimilmente proprio quello dei Vastarella; mentre Raffaele Cepparulo, alias Ultimo, era rimasto fedelissimo di Genidoni e infine Francesco Spina si era allontanato temporaneamente dalla Sanità.

Rosaria Federico

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(nella foto da sinistra Pierino Esposito, Antonio Genidoni, Carlo Lo Russo, Vincenzo Tolomelli, Patrizio Vastrella)


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