E’ stato il pentito Paolo Caiazza ha svelare in un recente interrogatorio i dettagli dell’omicidio di Andrea Castello, nell’ambito della faida interna al clan Amato-Pagano scoppiata dopo l’arresto dell’ex reggente Mariano Riccio tra l’ala marenese che faceva capo a Riccio, genero del boss Cesare Pagano e l’ala melitese con la famiglia Amato.
La descrizione dell’omicidio di Andrea Castello, braccio destro Antonio Ruggiero “’o chiattone”, come racconta Il Roma, è raccolta in tre pagine di verbale del pentito Paolo Caiazza redatto il 15 giugno 2016 Paolo Caiazza secono il quale a capo dei “maranesi” c’era Antonio Ruggiero, un ex operaio che era entrato nel giro della malavita relativamente da poco, con al suo fianco Andrea Castello. Il primo cadde in una trappola tesagli Francesco Paolo Russo. Il giorno dopo Alfonso Riccio, fratello di “Mariano”, inviò a Melito i due emissari Castello ed Emanuele De Stefano, che nel frattempo era passato con gli altri, per capire che fine avesse fatto “o’ chiattone”. In un palazzo di via Cicerone, covo del gruppo di Melito, li attendevano i killer pronti a chiudere i conti.
“Alfonso (Riccio, ndr), preoccupato per l’assenza di Ruggiero, mandò a Melito Andrea Castello ed Emanuele De Stefano.Ma i due, giunti a via Cicerone, vengono aggrediti. Il tutto è avvenuto nello spazio riservato alla sosta delle autovetture. Per quanto mi disse Roberto Rosica, presente ai fatti, non c’erano persone per strada in quel momento. De Stefano, appena giunto sul posto, aveva citofonato ad Annalisa Ostetrico, madre di Raffaele Mauriello, chiedendo del giovane. La donna rispose che si trovava giù. A questo punto De Stefano si muove per rientrare in macchina, dove c’era Castello, per attendere Mauriello. Ma a quel punto vengono visti da Renato Napoleone, Dario Amirante, Angelo Antonio Gambino, Roberto Rosica e altri giovani di Giugliano amici di Napoleone, che io non conosco. Castello, resosi conto che volevano ucciderli, lo dice a De Stefano, il quale risponde ‘vogliono ucciderti’ e abbandona l’auto nel cortile scappando a piedi. Di ciò mi ha detto sia Rosica che lo stesso De Stefano…A sparare, sono stati Mauriello e Amirante, da una distanza di 20 metri, ossia dall’ingresso del palazzo al punto in cui l’autovettura era ferma. Castello era ferito, per cui con l’auto lo hanno portato sotto al garage dove è stato finito. Poi nell’auto sono entrati “Picstic”, Gambino e un’altra persona che ora non ricordo. In un’altra c’era Napoleone e tutti insieme si sono allontanati dal parco”.
(nella foto renato Napoleone e nei riquadri Francesco Paolo Russo cicciariello e il pentito Paolo Caiazza)