Camorra, la relazione della Dia: “Scenario instabile e in costante trasformazione con le gang giovanili”

“Scenario instabile e in costante trasformazione”: così la Dia, nella sua relazione al Parlamento, descrive la realtà criminale campana dominata dalla Camorra. in particolare, a Napoli e provincia “la presenza di un numero elevato di gruppi, privi di un vertice in grado di imporre strategie di lungo periodo, continua a determinare la transitorietà degli equilibri. Precarietà e inconsistenza rappresentano le caratteristiche dei gruppi emergenti, nonostante tra le loro fila militino soggetti provenienti da storici sodalizi”. Inoltre, “si conferma l’abbassamento dell’età degli affiliati e dei capi, con la trasformazione dei clan in gang, più pericolose per la sicurezza pubblica rispetto a quanto accadeva in passato, quando ogni gruppo era in grado di mantenere l’ordine sul proprio territorio, frenando ogni iniziativa estemporanea da parte di altri sodalizi”. Per la Dia, “molteplici sono le cause che hanno contribuito alla destabilizzazione di talune organizzazioni: le scissioni interne, l’incapacità di dotarsi di un apparato militare efficace e l’impossibilità di garantire mensilmente stipendi ad affiliati e famiglie dei detenuti”. 

“Al posto delle passate strutture criminali, vanno affermandosi nuove compagini, che agiscono con particolare violenza e sfrontatezza, spinte da un’esasperata mania di protagonismo, espressa anche attraverso scorribande armate ed esplosioni di colpi di arma da fuoco, le cosiddette ‘stese’. Ci si trova, così, di fronte a tanti piccoli eserciti senza una vera e propria identità criminale, che utilizzano la violenza come strumento di affermazione ed assoggettamento, ma anche di sfida verso gli avversari”.  Un importante indicatore di instabilità “si rileva nell’elevato numero di omicidi, ferimenti e atti intimidatori, che confermano la persistenza di molteplici focolai in precise aree di Napoli e nella immediata provincia. Accanto a questa nuova fisionomia dei moderni gruppi camorristici, sopravvivono alcuni clan della passata tradizione criminale, storicamente e saldamente radicati sul territorio, che continuano a preservare la propria forza attraverso le nuove generazioni, puntando su grossi traffici internazionali e investimenti finanziari e sullo spaccio di sostanze stupefacenti, praticato quasi sempre da giovanissimi, per conto delle organizzazioni camorristiche”. Al contrario del capoluogo campano, per i clan del casertano “gli assetti appaiono meno instabili in ragione di una ormai consolidata presenza di gruppi, tra cui i Casalesi, che nel tempo hanno dato vita a solide alleanze mettendosi al riparo da scontri tra fazioni e riuscendo così a mantenere il controllo del territorio, nonostante la cattura e la collaborazione con la magistratura di elementi di vertice”.


Articolo precedenteScisciano, arrestato per spaccio un giovane di 22 anni
Articolo successivoPagina facebook contro Napoli e la Terra dei Fuochi, i Verdi, “Va chiusa, offende le mamme dei bimbi morti”