Camorra, la rivelazione choc del boss pentito: “Mirko Romano era uno dei miei otto killer”

“Avevo a disposizione diversi gruppi di fuoco composti da coppie, ma in caso di necessità il gruppo di fuoco poteva comparsi da più di due persone. Le coppie erano io e Mirko Romano; Salvatore Maggio e Salvatore Sembianza; Francesco Puccinelli di Ciro e Nicola Maggio; Raffaele Ostinato e Pietroluongo”. La rivelazione choc riportata in anteprima dal quotidiano Il Roma, è  di Davide Leone, boss pentito del rione Traiano e legato al clan Puccinelli.  Tra presunti otto assassini di professione c’era  Mirko Romano: il 27enne di buona famiglia dell’Arenella, legato agli Amato-Pagano, ucciso il 3 dicembre 2012 durante la terza faida di Scampia. Quando fu ammazzato, secondo gli investigatori da un commando del clan Abete-Abbinante-Notturno-Aprea, in un primo momento si era pensato alla vittima di un incidente stradale, ma l’esame del medico legale accertò che era morto a causa di un proiettile. Il corpo fu trovato sulla superstrada perimetrale di Melito, sulla rampa di immissione in direzione di Giugliano.
Romano aveva 3.600 euro in tasca, un Rolex d’oro al polso e nel portafogli un documento falso intestato a un 23enne. I carabinieri si presentarono a casa di quest’ultimo, vivo e vegeto. Passò poco tempo ed emerse la vera identità dell’uomo ucciso: il giovane finito nell’orbita degli Amato-Pagano, in quel periodo alleati dei “Girati” della “Vanella Grassi” e in guerra con gli Abete-Abbinante-Notturno- Aprea. Il riconoscimento avvenne attraverso le impronte digitali: Mirko Romano era stato, infatti, arrestato nell’aprile precedente per una rapina messa a a segno nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Pomigliano d’Arco alla fine del 2011.

“Mirko Romano si esprime solo in perfetto italiano perché viene da una famiglia molto perbene. Non parla mai in napoletano, ovviamente capisce il dialetto, ma non lo usa mai. Forse non lo sa nemmeno parlare bene”. Era il 22 novembre 2012 quando Carmine Annunziata, allora neo pentito del clan Abete- Abbinante-Notturno-Aprea, parlava dello studente universitario dell’Arenella innamoratosi improvvisamente della camorra. E non poteva sapere che dopo dieci giorni sarebbe stato assassinato nell’ambito della terza faida di Secondigliano e Scampia alla quale partecipava il suo clan di appartenenza. “Mirko Romano -spiegò Annunziata- era un uomo di fiducia e killer di ‘zio Mimì’ Pagano, mentre non aveva un rapporto molto buono con Mario detto ‘Mariano’ Riccio, e non si vedevano spesso dopo la collaborazione con la giustizia di Biagio Esposito. Io ho lavorato con Mirko sino a dopo Pasqua 2011. Una sera, poco prima di mezzanotte, Romano si presentò da me, dicendomi che era successa una cosa grave e che dovevamo fare la guerra a quelli dello Chalet Bakù, ossia i Notturno e quelli della “Vinella” e contro gli Abete-Abbinante e i Marino. Mirko Romano mi confidò un omicidio commesso da Mariano Riccio e da Francesco Attrice, ai danni di un certo “Sacchilotto”.Per quanto riguarda omicidi commessi da Mirko, sono a conoscenza di due delitto che mi vennero confidati da lui stesso: uno è un dupliceomicidio avvenuto nel rione Traiano; l’altro è quello di Francesco Feldi detto “’o Tufano”.

(nella foto davide leone e mirko romano)


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