Carceri, Antigone denuncia: affollamento superiore al 100%

Sono 56.817 detenuti in Italia, con un tasso di sovraffollamento nelle nostre carceri del 113,2%. Nell’ultimo anno, rispetto a luglio 2013, sono 2.967 in piu’. Secondo l’associazione Antigone, che oggi presenta il rapporto alla Camera, “con un tasso di crescita simile alla fine del 2020 torneremo ai numeri della dichiarazione dello stato di emergenza del 2010, mentre la capienza del nostro sistema penitenziario resta sostanzialmente stabile: 50.241 posti al 30 giugno 2017, mentre erano 49.659 al 31 luglio 2016. Il dato del 113,2% di sovraffollamento, inoltre, secondo l’associazione per i diritti nelle carceri, “va preso sempre per le pinze”, perche’ si riferisce al rapporto tra la capienza regolamentare e il numero di detenuto. E spesso i numeri reali di posti letto non corrispondono a quelli sulla carta, perche’ alcuni bracci sono inutilizzabili.Ci sono dei casi che Antigone definisce “drammatici”, come quello del carcere di Como, dove il tasso di sovraffollamento e’ dell’186%, e Busto Arsizio, al 174%. Questo, denuncia Antigone, a scapito delle condizioni di vita e anche delle attivitita’ trattamentali. In varie sezioni si e’ tornati ad ospitare 3 detenuti per camera, sfiorando il limite dei tre mq per detenuto, per il quale l’Italia e’ gia’ stata sanzionata. Il rapporto segnala anche come “preoccupanti” le condizioni del personale. Gli agenti sono in media 1,7 per detenuto, ma distribuiti male: tra le carceri che Antigone ha visitato, viene segnalata Pavia, dove ci sono 2,9 detenuti per ogni agente, 2,6 a Salerno, mentre ad Arezzo gli agenti sono il doppio dei detenuti. Piu’ drammatica e’ la situazione degli educatori. A Busto Arsizio ci sono 196 detenuti ogni educatore, a Bologna 139. Sono 15.236 i detenuti, pari al 26,8% del totale i detenuti che devono scontare una pena residua inferiore ai tre anni. Sono alti i numeri della messa alla prova, 9.678, misura mutuata dal sistema minorile, mentre e’ poco usata la semiliberta’ (solo 808 casi). Al 30 giugno sono in tutto 42.109 quelli in misura alternativa, dei quali circa 14 mila ai servizi sociali, 10.341 ai domiciliari.


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