I Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma nei confronti di 6 persone, specializzate nella clonazione di carte di credito. Le indagini hanno consentito di individuare il sodalizio criminale, operante prevalentemente nel centro storico, composto da cittadini romeni e italiani, tre in carcere, due agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e tre sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, specializzato nell’acquisizione di codici P.A.N. (Personal Account Number) delle carte di credito, attraverso l’utilizzo di skimmer. Dall’analisi del flusso di pagamenti fraudolenti effettuati con alcune carte di credito successivamente risultate clonate, i Carabinieri sono riusciti a determinare i punti di compromissione delle stesse, cioe’ il luogo dove i legittimi proprietari avevano effettuato le ultime spese genuine. Venivano cosi’ individuati alcuni ristoranti del centro storico, all’interno dei quali lavoravano camerieri che le investigazioni hanno dimostrato essere organici alla banda criminale. Il monitoraggio degli apparati POS degli esercizi di ristorazione incriminati, grazie all’ausilio dei servizi interbancari CartaSi’ e American Express, unitamente a servizi di osservazione e di pedinamento posti in essere dai militari dell’Arma, permettevano l’individuazione di altri componenti del sodalizio criminale, con l’avvio delle conseguenti attivita’ di intercettazione telefonica. Durante la fase d’indagine e’ stato appurato che le carte di credito venivano clonate ad opera di camerieri infedeli, a “libro paga” dell’associazione criminale, il cui capo veniva individuato in un cittadino romeno. Il modus operandi seguiva ogni volta lo stesso copione. Alla fine di ogni pasto, il cameriere portava al tavolo, individuato tra quelli occupati da facoltosi turisti stranieri, soprattutto sudamericani e asiatici, il conto da pagare. Il giro d’affari del gruppo criminale, monitorato in soli tre mesi d’indagine e durante il quale e’ stata accertata la compromissione e successiva clonazione di 44 carte di credito, ammonta ad un totale di circa 70.000 euro.