Crollo a Torre Annunziata, il parroco: “Molti edifici fatiscenti, serve prevenzione per evitare altre tragedie”

“Abbiamo un patrimonio immobiliare completamente fatiscente, e non e’ questo l’ unico caso. Per evitare di piangere per altre tragedie, sarebbe il caso di fare prevenzione”. Cosi’ don Ciro Cozzolino, sacerdote nella parrocchia della SS. Trinita’, in via Gino Alfani a Torre Annunziata, commentando il crollo della palazzina nel quale sono morte 8 persone. Fa sapere don Ciro: “Non escludo la possibilita’ di costituire una commissione parrocchiale o cittadina che sia di sostegno alla attivita’ dell’ufficio tecnico comunale perche’, forse, questa tragedia si poteva evitare”. Ieri sera il sacerdote, insieme con un folto gruppo di giovani, ha organizzato un momento di preghiera in parrocchia e successivamente vicino ai parchi condominiali, nei pressi del luogo in cui si e’ verificato la tragedia. Ha ancora negli occhi le immagini delle vittime. Oggi ricorda la famiglia Guida che li’ abitava. “Pasquale non aveva lavoro fisso, so che lavorava come pescivendolo. Ricordo lui, la moglie Anna e i due figli nel giorno della prima comunione della bambina, un paio di anni fa. Una immagine che ho ancora davanti agli occhi”. Don Ciro conosceva anche i Cuccurullo, l’altra famiglia distrutta dal crollo. “Giacomo, il capofamiglia, tutti i giorni prima di recarsi al lavoro al Comune passava in chiesa a pregare e la sera vi ritornava, col pane in mano, a salutare il crocifisso qui in fondo. Edy, la moglie, era una donna colta, stimata, e poi il figlio Marco che proprio ieri era tornato a casa tardi dopo essere uscito con amici”. Don Ciro racconta anche di Enza Brancaccio, una anziana donna residente nell’edificio crollato che ieri mattina, come spesso era solita fare, era uscita presto di casa per fare footing. “Al ritorno ha chiesto ai vigili del fuoco che le prendessero medicinali che aveva lasciato in casa”, dice il sacerdote. Il sacerdote fa sapere che e’ in contatto con il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. “Dopo aver saputo dell’ episodio, mi ha contattato esprimendo la sua vicinanza e mi ha chiesto di essere informato sulla situazione” dice.


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