In attesa dell’autopsia e dei funerali, l’uccisione dell’infermiere “progressista” Maurizio Fortino è diventata una telenovela dai colori rosa, rosso e giallo. La boutade della rapina e dei romeni si è subita rivelata tale. La tresca con l’amante interrotta dall’arrivo dell’ex di lei, da quel Davide lo Zingaro che le aveva dato una figlia, è piombata in primo piano, sconvolgendo in un certo senso il panorama delle lacrime e delle testimonianze di chi era amico di Fortino. Ora si cerca di spostare ancora una volta l’obiettivo: l’infermiere aiutava la donna a venir fuori da una depressione. Versione che appare credibile a chi vuol far finta che lo sia. Al di là del chiasso mediatico e del moralismo da paese, resta un morto e resta un assassino. Quel che gira attorno è da secondo piano. Il primo piano spetta a stabilire come è esattamente avvenuta.