Donna scomparsa nel pavese, è stata uccisa dal figlio 23enne, arrestato

Pavia. E’ stata uccisa dal figlio 23enne Rosina Papparella, la donna di 50 anni, scomparsa misteriosamente il 4 luglio scorso. Ora Marco Fiorentino, 23 anni, ex militare è rinchiuso nel carcere di Torre del Gallo a Pavia, indagato per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Il ragazzo, interrogato nella tarda serata di ieri al Palazzo di Giustizia di Pavia, ha ammesso di fronte ai magistrati ed ai carabinieri di aver ucciso Rosina. Per venti giorni si era ritenuto che la scomparsa della donna, avvenuta il 4 luglio, fosse da ricondurre ad altre ragioni. L’ipotesi più attendibile sembrava quella di un allontanamento volontario da una realtà difficile. Ma sabato sera, la verità su questo caso è drammaticamente affiorata dopo che il ragazzo che vive nella frazione di Villanova a Giussago ha tentato di uccidere il padre disabile. Marco, al culmine di una lite colto da un raptus di ira, ha colpito il padre Giuseppe, 54 anni, con le forbici. Fortunatamente non gli ha provocato ferite gravi. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 per soccorrere l’uomo. Il figlio ha accettato di sottoporsi a un trattamento sanitario volontario ed è stato trasferito al reparto di psichiatria dell’ospedale San Paolo di Milano. Nel frattempo i carabinieri hanno cominciato a nutrire sospetti sulla scomparsa di Rosina Papparella, che era stata denunciata formalmente solo il 12 luglio. Sospetti che si sono intensificati dopo che la sera di domenica Giuseppe Fiorentino ha trovato nello zainetto del figlio Marco alcuni documenti ed effetti personali della moglie, tra cui gli occhiali da cui la donna non si separava mai. Nella stessa serata di domenica Marco Fiorentino è stato trasferito dal San Paolo al Policlinico San Matteo di Pavia. I carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Pavia, hanno avviato ricerche serrate nelle campagne attorno all’abitazione della famiglia. Nel pomeriggio di lunedì i vigili del fuoco hanno sentito un odore strano provenire da un silos di una cascina abbandonata che sorge a fianco della casa. Una volta entrati, hanno ritrovato il corpo della donna ormai quasi mummificato: sul collo erano evidenti alcuni segni che potrebbero far pensare a uno strangolamento. Il silos è stato posto sotto sequestro. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, dopo il delitto il cadavere potrebbe essere stato infilato nel silos attraverso una finestrella. I vestiti della donna sono stati bruciati. Secondo una prima ricostruzione, l’omicidio è maturato in un contesto di profondo disagio familiare, che però non era noto in paese. Marco e’ descritto da vicini e conoscenti come una persona normale, legata alla famiglia. Negli ultimi tempi stava cercando un lavoro. Qualcosa deve essersi rotto nel suo rapporto con i genitori, sino ai tragici fatti di questi ultimi giorni.


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