Vesuvio, gli investigatori ascoltavano l’incendio in “diretta”. LE INTERCETTAZIONI

Torre del Greco. “Quello, nel vicolo, lo sanno tutti quanti, Anna, l’hanno capito tutti quanti che è lui, l’hanno capito”. Nella zona di via Sopra ai Camaldoli alle pendici del Vesuvio è divampato l’incendio che in pochi giorni ha distrutto ettari di macchia Mediterranea nel cuore del Vesuvio. Un incendio in ‘diretta’ quello a cui assistono alcuni investigatori che indagando su altri fatti di competenza della Procura di Napoli, probabilmente un procedimento Dda, si sono trovati ad ascoltare le conversazioni di due donne su un altro delitto: quello “della distruzione del Vesuvio”. Leonardo Orsino, il 24enne di Torre del Greco, macellaio di professione, una passione per le moto e per il fuoco, arrestato ieri per ordine del Gip,  Giovanni De Angelis del Tribunale di Torre Annunziata, può dirsi uno ‘sfigato’ da questo punto di vista.Il giovane difeso dall’avvocato Olga Coda sarà interrogato lunedì dal gip. Il 14 luglio scorso, a poche ore di distanza dall’inizio dell’incendio che per giorni ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di migliaia di abitanti dell’area vesuviana, Anna Orsino e sua sorella Antonella (le sue zie) parlano sconvolte di quanto sta accadendo. Dall’altra parte, in una sala ascolto remota, le forze dell’ordine sentono tutto. Le conversazioni – registrate nell’ambito di un procedimento penale della Procura di Napoli e che coinvolgono proprio l’utenza telefonica di Anna Orsino – sono inequivocabili. Anna chiama sul telefono fisso la sorella Antonella sono letteralmente in mezzo al ‘fuoco’, ma il timore delle due è un altro. Antonella è arrabbiata, teme che il figlio minorenne possa essere coinvolto in quello che sta accadendo perchè è spesso in compagnia del cugino Leonardo. Anna avalla le preoccupazioni: “Antonella io ho visto tuo figlio con quello… Antonella fai rovina a tuo figlio, io gliel’ho detto non devi uscire più, perchè ormai si è visto che Leonardo con il cervello non c’è”. E sono proprio le due donne a raccontare, inconsapevolmente, agli inquirenti cosa è accaduto nella notte tra il 13 e il 14 luglio quando il Vesuvio ha preso fuoco. Antonella Orsino alle 9 del mattino del 14 luglio racconta che l’incendio è divampato intorno alla mezzanotte nei pressi dell’abitazione del fratello Vincenzo, padre di Leonardo Orsino, provocando ingenti danni alla veranda che affaccia sul bosco. Circa 10 minuti di conversazione nella quale c’è quasi tutto quello che è possibile sapere sul responsabile dell’incendio che sta bruciando il Vesuvio e partito dalla zona dei Campaldoli. “Ma chi è questo scemo di tuo nipote che accende?” dice una sorella all’altra. E la risposta non lascia dubbi: “Si, questo è proprio lui perchè ha acceso dentro la casa del padre proprio, ha acceso! Hai capito? Era verso mezzanotte, stavamo parlando io, Carolina, la signora Cira affianco, stavamo tutti quanti fuori all’improvviso da lontano le fiamme altissime, madonna dov’è … sotto la veranda, le fiamme arrivavano sotto la veranda.. la mamma dormiva e lui placidamente si guardava il fuoco così… si guardava il fuoco. Antonella Orsino spiega nei dettagli alla sorella Anna quello che è accaduto: “Nel vicolo lo sanno tutti quanti, Anna l’hanno capito tutti quanti che è lui”. Ma a sapere che il piromane è in casa loro sono anche i genitori di Leonardo Orsino. La zia del piromane racconta un altro particolare importante che oggi è a fondamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Leonardo Orsino: “La mamma telefonò a Vincenzo (suo fratello,ndr) sul lavoro … ‘Enzo stiamo prendendo fuoco’, disse Enzo ‘dove state prendendo fuoco?’ ‘nella casa nostra’ e disse ‘è quello stronzo di tuo figlio’.  E poi aggiunge: “comunque mi vado a girare Annarella e trovo su un muretto nascosto un accendino”.

Le conversazioni ascoltate dagli inquirenti napoletani vengono subito trasmesse alla Procura di Torre Annunziata e il 20 luglio scorso, sette giorni dopo l’incendio che ha devastato ettari di bosco, i familiari di Leonardo Orsino: le zie Anna e Antonella vengono convocate nella caserma dei carabinieri di Torre del Greco. Contestualmente, i carabinieri organizzano un’intercettazione ambientale nei locali della caserma e lì le due donne parlano ancora. Antonella Orsino ancora una volta teme per il coinvolgimento del figlio 15enne e scatta la rabbia: “mi vogliono rovinare mio figlio di 15 anni, li devo uccidere adesso che vado a casa li devo uccidere”. Ancora una volta emerge che ad appiccare l’incendio è Leonardo, il nipote balordo. Poco dopo in quella caserma arriva anche lui e i suoi genitori. Anche in quel momento i carabinieri registrano tanta preoccupazione e il tentativo di fornire un alibi al 24enne da parte della madre. Ammissioni di responsabilità che ieri hanno fatto scattare le manette ai polsi di Leonardo Orsino, il piromane del Vesuvio.

Rosaria Federico

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