La Regione Campania prevede di smaltire altre 450mila tonnellate di ecoballe entro il 2020. E’ quanto scrive la giunta nel documento di economia e finanza della Regione 2018-2020. Una parte dei quantitativi di rifiuti stoccati in balle, come stabilito dal piano rifiuti gia’ approvato dalla Regione, sara’ trasformato in Combustibile Solido Secondario (CSS), materiale ottenuto dal residuo dei rifiuti e smaltibile in cementifici o centrali termo-elettriche. Il costo di utilizzo di questo combustibile e’ molto variabile, dipendente sia da caratteristiche del prodotto che da condizioni di mercato. Alcune analisi preliminari della Regione hanno mostrato come la scarsa qualita’ del CSS potrebbe impedirne lo smaltimento in cementifici della Campania. Ad oggi, la Regione non riesce a stabilire “con precisione – si legge nel Defr 2018 – 2020 – le specifiche tecniche del servizio, le scelte tecnologiche a base della dotazione impiantistica da realizzarsi” e i trattamenti “che devono conseguire alla individuazione a monte della strategia di destinazione finale del CSS prodotto”. Una strategia necessaria a evitare “qualunque rischio che esso comporti successivamente alla sua produzione un nuovo onere di smaltimento per la Regione Campania”. L’ente di palazzo Santa Lucia prevede, a questo punto, di progettare e realizzare un impianto industriale per la lavorazione delle balle, utilizzare il combustibile solido secondario prodotto e trasportarlo ad impianti di utilizzo fuori dalla Regione Campania. Un programma che potrebbe far lievitare i costi e provocare inattesi ritardi. Il piano per lo smaltimento delle ecoballe della giunta regionale prevedeva di recuperare circa il 40% del materiale delle ecoballe stoccate nello Stir di Giugliano e di recuperare tra il 7,5% e il 15% di quello destinato all’impianto Stir di Caivano: la parte restante, per la previsione dell’esecutivo regionale, sarebbe da utilizzare come combustibile solido secondario in impianti di trattamento termico e cementifici in Italia e all’estero.