ESCLUSIVO. Camorra, il racconto della moglie di Ferrara: “Ecco tutti quelli che lavoravano con mio marito”

C’è anche Umberto Amura cognato di Pietro Caiazza e quindi zio di Domenico D’Andò ‘o chiattone tra gli indagati nell’inchiesta sulla “macelleria messicana”di Afragola in cui sono stati uccisi, segati e seppelliti, i due contrabbandieri Luigi Ferrara e il suo collaboratore Luigi Rusciano ritrovati il 16 febbraio scorso in contrada Ferrarese di Afragola. Il suo nome è stato fatto agli investigatori dalla vedova di Ferrara, nel corso di una sua deposizione la sera del ritrovamento dei cadaveri. La donna ha spiegato agli investigatori che Domenico D’Andò era uno dei clienti del marito e anche il garante dei pagamenti delle forniture che Ferrara faceva ad Amura zio del “Chiattone”:

“… in relazione a quanto a mia conoscenza fino ad oggi ho riferito tutto ai carabinieri di Casoria oltre alla denuncia mi recai nuovamente dai Carabinieri in quanto venni a conoscenza da tale Ciro che lavora sull ‘autolavaggio di mio suocero che il giorno 31 gennaio, data del compleanno di mio marito e l ‘onomastico del predetto che doveva andare a prendere dei dolci per festeggiare e quindi in tale circostanza aveva sentito dire da mio marito che doveva fare presto perché doveva andare ad un appuntamento a Melito. Dissi ancora ai Carabinieri di aver saputo che tale Gennaro, che collaborava con mio marito nella vendita delle sigarette, che aveva provato a chiamare più volte con il suo telefonino a Luigi Rusciano e il giorno dopo e il telefonino squillava ma non aveva mai avuto mai risposta… mio marito trattava Tle. da circa 18 anni e lo ha sempre fatto nel Comune di nella provincia di Napoli. Il Rusciano lavorava con mio marito da circa due anni e stavano sempre assieme e mio marito aveva un ottimo rapporto con il predetto, non so di specifìco quale era il suo compito ama credo che comunque consegnava i Tle ai clienti che ne facevano richiesta in quanto che io sappia mio marito acquistava direttamente per poi rivenderli… l ‘ultima volta che l ‘ho visto di persona è stato il 31gennaio alle ore 12,00 è venuto a casa mi ha detto che
aveva un appuntamento e quindi non veniva a pranzo. Nel pomeriggio perché io ho partorito da poco, andai dal medico
per togliermi alcuni punti di sutura e mi chiamava più volte tra le ore 15,30 16,30 per dirmi che non poteva accompagnarmi dal medico e se mi poteva accompagnare qualcuno. Posso dire che in questo arco temporale mi sono sentito più di una volta con mio marito fino a quando mi trovavo dal medico intorno alle ore 18,00 quando mi chiamava ed io gli riferivo di stare dal medico. Da allora non ho più visto e sentito mio marito, sebbene poi abbia ripetutamente cercato di chiamarlo sulla sua utenza …ho appreso in giro che quel pomeriggio almeno fino alle 17,30 mio marito era dal barbiere di nome Enzo, con attività in Casoria  e si trovava assieme al Rusciano…

…premetto che mio marito aveva un socio di cui non conosco solo il nome Antonio, più o meno l ‘età di mio marito, la moglie si chiama Rosa ed ha un bambino di sei o sette ani, che credo abitasse verso Giugliano non saprei dirvi ave in quanto una sola volta sono andato con mio marito a casa di questi, ma io restai in macchina mentre lui salì in casa sua. Da settembre scorso mio marito aveva si era diviso dal predetto e ognuno lavorava per conto proprio. Pero voglio precisare che siccome non erano rientrati alcune somme di danaro per consegna T.l.e .intorno a 200.000 mila euro, da parte di clienti di mio marito, il citato Antonio aveva detto a mio marito che doveva provvedere lui a recuperare tale somma di danaro e che io sappia Luigi aveva quasi recuperato la metà della somma che doveva avere tale Antonio che gli aveva  consegnato. Ero a conoscenza di un altro debito raccontatomi da Luigi relativo ad un suo cliente di nome Francesco, non so dirvi ave risiede, il quale, doveva dare a Luigi circa 40/45 mila Euro per forniture di Tle. Poiché Luigi più di una volta aveva sollecitato tale pagamento senza m’ere risposta in quanto diceva che non li aveva e non si trovava con i conti. Una sera Luigi andò a casa sua assieme ad un suo amico, ma la moglie la compagna di Francesco voleva chiamare i carabinieri in quanto diceva che Luigi non era a casa sebbene la macchina era li parcheggiata.S o pure che alcune persone mandate dal predetto Francesco nel mese di gennaio verso la metà del mese chiamarono a mio marito per chiarimenti e Luigi gli raccontò del debito che Francesco aveva con lui. Luigi mi disse che dette persone gli avevano dato ragione davanti a Francesco e si erano accordati sul rientro del debito e doveva iniziare a pagare il 30.01.2017. Non so se poi il predetto ha iniziato a pagare il debito…

…so che il Rusciano aveva qualche debito in quanto più di una volta io personalmente gli ho prestato danaro che mi ha regolarmente restituito una volta 4.000,00 circa due ani fa, una seconda volta 4.500,00 a settembre del 2015 e a settembre scorso mi chiedeva una somma più consistente 10.000,00 che io gli ho rifiutato. Non mi ha mai detto i motivi per i quali mi chiedeva i soldi, ma su suggerimento di mio marito gli dissi di no in quanto appresi da Luigi che il Rusciano aveva il vizio del gioco delle Slot machine. Ho saputo poi in giro dopo la scomparsa di mio marito e del Rusciano, che quest’ultimo aveva un debito di circa 50.000,00 mila euro con una persona che era uscita dal carcere da poco del quale non so dirvi il nome, né ave risiede, e che aveva già iniziato a pagare dando  3 mila euro ma non conosco il motivo; ho saputo sempre in giro che doveva dare soldi al ristorante …omissis…

…il giorno dopo la scomparsa di mio marito, ricevetti i a visita di tale Rino, anni 55 circa, che chiamano “Rinuccio ‘o infermiere”, il quale si presentò a casa in compagnia di Antonio, persona che io già vi ho parlato il quale era il socio di mio marito e cioè quello che doveva ricevere il credito di circa 100,000,00 per la vendita di Tle. Ricordo che mentre Antonio si informava di quanto era accaduto il citato Rino rimase in silenzio per tutta la durata della visita e dopo circa mezzora andarono via. Io al predetto Rino non lo conosco ed era la prima volta che lo vedevo e ho saputo da mio figlio Francesco che è il figlio di “o ‘infermiere. Ho saputo poi da mio suocero che il predetto Rino, circa 15 giorni prima della scomparsa di mio marito aveva litigato con lo stesso in quanto il predetto asseriva che Luigi doveva dargli dei e Antonio a sua volta oltre ad essere in socio con mio marito ed anche il socio del predetto. Ho saputo ancora che mio marito poi  ebbe ad affrontarlo in Casoria proprio sotto alla sua abitazione, dove vi è un offìcina meccanica in quanto asseriva di non aver alcun debito con il predetto. Mio suocero mi disse ancora che era presente anche Antonio, il quale, poi me lo ha confermalo quanto venne a casa a farmi le condoglianze e in tale circostanza Antonio mi disse di non preoccuparmi in quanto era lui che stava in società con il citato Rino. Come già ebbi a riferire nella precedente dichiarazione, mio marito era socio con il citato Antonio e avevano interrotto il loro rapporto verso la fìne di settembre dello scorso ano, dopo aver fatto tutti i conti e aver stabilito che Antonio doveva ricevere circa 200mila euro per forniture di sigarette i cui clienti non avevano pagato. Ricordo ancora che mio marito era riuscito attraverso i suoi clienti a restituire ad Antonio circa 90,000.00 e doveva dare ancora circa 100,000, 00. Antonio dovrebbe abitare nella zona di Giugliano – Mugnano e sono in possesso dell’utenza della moglie che si chiama …omissis…, in quanto ebbi a chiamarla proprio la mattina dopo della scomparsa di mio marito in quanto il giorno prima come mi aveva riferito mio marito aveva un appuntamento con il predetto alle 14,00, appuntamento poi avvenuto cosi come riferitomi da Antonio quando è stato a casa mia. Ricordo che Antonio mi disse pure che i debitori dell’importo di cui sopra, si erano concordati di pagare 1.000,00 euro al mese per far rientrare il debito…

… Francesco, l’altro debitore di mio marito posso solo dirvi che ha avuto una figlia con tale…omissis…, dalla quale si è lasciato e attualmente dovrebbe convivere con un’altra donna che gestisce un bar in località san Pietro a Patierno in Napoli. Vi confermo nuovamente che il debito di questi era di circa 45.000,00 e proprio verso la fine del mese scorso doveva iniziare a pagare il debito dando 10mila euro tramite le persone che lui stesso aveva messo in mezzo e che avevano incontrato mio marito assieme al Francesco… mi sono ricordata che mio marito aveva un rapporto di lavoro nella vendita dì Tle con tale Umberto di Afragola di anni 45, che conosceva da circa 20 anni e che io conosco di vista in quanto qualche volta è venuto anche a casa mia. Per un po di anni il predetto Umberto  non aveva più rapporti di lavoro con mio marito e circa due anni fa mio marito ha iniziato  nuovamente a fornirgli le sigarette fino a settembre dell’anno scorso quando fu interrotto perché anche il predetto Umberto faceva parte di quei creditori dell’importo di Euro 200,000,00 che Luigi doveva dare ad Antonio. Tuttavia non conosco il debito che il citato Umberto aveva con mio marito ma posso riferirvi un particolare importante in quanto nel mese di novembre sempre dello scorso anno, il citato Umberto, poiché mio marito aveva interrotto il rapporto di lavoro, tramite suo di nome Domenico, di cui non conosco il cognome, e chiese a mio marito che lo facesse nuovamente lavorare con le sigarette e Luigi accettò in quanto gli fece da garante questo suo nipote Domenico. Infatti da novembre a dicembre ad ogni fornitura di sigarette da parte di mio marito al predetto Umberto venivano regolarmente pagate dal predetto Domenico, in contanti ed io ricordo una sola occasione e cioè al primo pagamento in cui il predetto pagò a mio marito un importo di cui non ricordo l ‘importo tutto in banconote da euro 500,00, tale particolare lo ricordo molto bene proprio per il fatto che le banconote erano tutte da 500,00. Successivamente all ‘inizio del! ‘anno ha richiesto più sigarette a mio a marito e non riusciva a pagare regolarmente le forniture tanto che si era giunto ad un credito di euro 30.000,00 circa. io ne parlai con mio marito e lui mi assicurò che il nipote di Umberto mi avrebbe sicuramente pagato in quanto era fino ad allora preciso con i pagamenti. Io al citato Domenico l ‘ho visto una sola volta in compagnia di Umberto che io conosco bene, ma non so con quale veicolo sopraggiunsero. Ricordo bene la persona perché era basso e molto grasso e ricordo ancora che dissi a Luigi chi era detta persona e lui mi  rispose che era il nipote di Umberto colui il quale si era preso la responsabilità di garante nei pagamenti delle forniture di Tle, quindi è stata l’unica e sola volta che l’ho visto e cioè prima di natale scorso…

…che io sappia vi era una persona che da circa un mezzo e mezzo forniva sigarette a mio marito che so chiamarsi Gino di anni di età più piccolo di mio marito, che spesso mio marito incontrava nella località detta ” in mezzo all’arco” molto serio, distinto, che più di una volta è venuto al centro e si è incontrato con mio marito, ma ricordo che era molto riservato e quando parlavano uscivano fuori… Gennaro Cangiano era conosciuto sia da me che da mio marito da diversi anni anche perché era di Casoria, il predetto che io sappia lavorava con mio marito nella consegna delle sigarette ma poi ebbe un infarto e si fermò. Ultimamente chiese a mio marito di farlo lavorare e di tanto in tanto effettuava qualche consegna di sigarette credo assieme a Rusciano Luigi… tra gli effetti personali di mio marito ho trovato su un blocchetto per appunti sul quale vi sono trascritti alcuni nominativi tra cui ricordo “Domenico” con affianco l’importo di 25.500 come resta, nonché una lista con degli importi credo relativa al debito che aveva, documento che conservo e che mi impegno a consegnarvi in copia…”-

Antonio Esposito

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