Giugliano, il coraggio degli imprenditori a denunciare il clan delle “Paparelle” dopo l’omicidio di Enis

La coraggiosa denuncia di un commerciante al quale erano stati chiesti 5mila euro per la tranquillità ha portato i carabinieri a decapitare il vertice della frangia scissionista del clan Mallardo, ovvero quelli delle “Paparelle” guidati da Nello De Biase. Il  29enne figlio del boss Michele, vittima l’anno scorso della lupara bianca, è stato arrestato insieme ai due suoi complici: Domenico Smarrazzo di 49 anni, e Vincenzo Micillo, l’unico dei tre originario di Napoli e non del Giuglianese, 34enne. E dentro a questa inchiesta si inserisce anche l’omicidio di Enis Mahomuodi detto Cioky, ucciso da 6 proiettili venerdì scorso.  Sarebbe stato lui a taglieggiare il titolare di un negozio con la richiesta di denaro a ridosso del Ferragosto.

Il commerciante però avrebbe opposto resistenza ed allertato i carabinieri, senza ancora inoltrare denuncia. A quel punto però, è stato condotto a casa di Nello che si è imposto con una pesante forza intimidatrice che non ha avuto bisogno di armi o altro. Sono bastate poche parole. Da quell’incontro che ha scosso l’imprenditore è nata la denuncia che, insieme a quella di altri commercianti, ha dato man forte alle forze dell’ordine. A convincere di più gli imprenditori è stato proprio l’omicidio del 22enne Enis Mahmoudi. L’efferatezza dell’esecuzione li ha scossi pesantemente. Alcuni commercianti hanno denunciato la banda delle “paparalle” che chiedeva un sostegno per gli “amici delle palazzine” che ora però sono rinchiusi in carcere.

 

(nella foto da sinistra Nello De Biase. Domenico Smarrazzo e Vincenzo Micillo)


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