Il Riesame scarcera i boss della movida amici dei calciatori del Napoli

Il Tribunale del Riesame ha scarcerato i boss della movida napoletana ovvero i fratelli Gabriele, Francesco e Giuseppe Esposito, arrestati due settimane fa perché accusati di riciclaggio e intestazione fittizia di beni.

Era stati arrestati il 22 giugno scorso perche’ gli inquirenti ritenevano fossero imprenditori al ‘servizio’ di tre clan della camorra. Amici dei calciatori del Napoli, le loro foto hanno fatto il giro del web subito dopo l’arresto avvenuto poco prima della loro partenza programmata ad Ibizia per l’inizio delle vacanze estive: abbracciati a Pepe Reina e a Jose’ Callejon, in locali della movida partenopea, a bordo di piscine, con champagne e auto di lusso. Riciclaggio aggravato dal metodo mafioso per aver favorito le cosche napoletane dei Sarno-Palazzo, dei Contini e dei Lo Russo, le contestazioni nella misura cautelare. Ma la 12esima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli ha annullato la misura di custodia cautelare in carcere per tutti e tre. Sono tornati cosi’ liberi i fratelli Francesco, Giuseppe e Gabriele Esposito, i prmi due difesi solo dall’avvocato napoletano Roberto Saccomanno, il terzo assistito anche da Domenico Dello Iacono. I pm della Dda li indagano anche per associazione a delinquere di stampo mafioso, ma gip aveva ritenuto non ci fossero prove sufficienti per la contestazione. L’inchiesta ruota intorno a un centro scommesse che per la Procura e’ intestato a un prestanome ma nella disponibilita’ dei fratelli. I giudici delle Liberta’ hanno accolto la tesi delal difesa sul fatto che l’evenutale provvista economica necessaria per l’apertura della sala scommesse era “autonoma, lecita e dichiarata”, in quanto la famiglia Esposito ha numerose aziende nel settore dei giocattoli, con fatturati molto alti; accolta anche la versione dei legali relativa a una ipotesi di dolo nella presunta intestazione fittizia del centro scommesse a una terza persona, necessaria, sostiene la Procura, per eludere misure di prevenzione che sarebbero scattate in quanto uno dei tre fratelli era stato condannato in passato per associazione a delinquere. Per gli avvocati Saccomanno e Dello Iacono invece non ci sarebbe alcun dolo in quanto i tre fratelli sono gia’ intestatari di altre quote di diverse societa’ e quindi “non avrebbe avuto senso intestare il centro scommesse a una terza persona” per eludere provvedimenti giudiziari. Infine l’aggravante mafiosa: non ci sono rapporti diretti dimostrati con esponenti della criminalita’ organizzata.

Dalle indagini era emerso che gli imprenditori specializzati nella commercializzazione di giocattoli avevano legami con il clan Contini e in particolare con l’ultimo reggente della cosca del Vasto-Arenaccia, ovvero Ettore Bosti detto Ettoruccio. I tre fratelli non avevano esitato a rivolgersi al clan per avere uno sconto sulla richiesta di pizzo ricevuta da Salvatore Maggio, pericoloso killer del clan arrestato lo scorso anno da latitante in un resort di lusso a Vico Equense e coinvolto proprio in questi giorni in un’altra indagine su alcuni omicidi commessi nello scontro tra i clan del rione Traiano. I tre fratelli erano accusati di aver intestato a un loro prestanome, un dipendente indagato, le quote della società di un centro scommesse di piazza Mercato per occultarne la proprietà.


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