Intascavano le pensioni di parenti morti: 11 indagati nel Cosentino

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno notificato provvedimenti di sequestro nei confronti di persone delegate o cointestatarie di conti sui quali l’Iinps ha erogato e continuava ad erogare indennità di pensione in favore di loro familiari da tempo deceduti, per un importo complessivo di 452.540,31 euro. In particolare, dagli accertamenti svolti su pensionati ultranovantenni è emerso che alcune persone, sebbene decedute, continuavano a percepire indennità di pensione anche dopo la data di morte. A seguito delle interrogazioni effettuate alle banche dati della Guardia di Finanza nei confronti di circa 15.000 soggetti, rientranti negli elenchi forniti dall’Iinps, è stato chiesto a tutti i comuni della provincia di Cosenza di comunicare l’esistenza in vita o l’eventuale data del decesso dei soggetti residenti nel proprio territorio.

Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso alle fiamme gialle calabresi di appurare che, sebbene i pensionati fossero deceduti da tempo, l’Inps aveva inconsapevolmente continuato ad erogare la pensione anche dopo la morte, a beneficio dei cointestatari/delegati dei conti. Undici gli indagati denunciati per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, di cui due in concorso tra loro per aver illecitamente percepito le pensioni di dieci soggetti deceduti da diverso tempo (quattro nel 2012, due nel 2013 e cinque nel 2014).

Tra i denunciati spiccano due parenti i quali, cointestatari del conto corrente con il defunto, venuto a mancare nel 2012, hanno continuato a ricevere indebitamente, in concorso tra di loro, circa 62.000 euro. L’importo più alto l’ha raggiunto una cinquantacinquenne residente in provincia di Cosenza, che ha incassato illecitamente 77.075,35 euro per pensioni della congiunta defunta nel 2012. Per tutti i soggetti, il Giudice delle Indagini preliminari presso il Tribunale di Castrovillari, Letizia Benigno, ha disposto provvedimenti di sequestri preventivi di beni e somme, quali equivalenti al profitto dei reati.


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