Luca Barbareschi in prima nazionale al Napoli Teatro Festival Italia

Luca Barbareschi debutta domani in prima nazionale al Napoli Teatro Festival Italia, con lo spettacolo ‘Il penitente’, l’ultimo testo composto nel 2016 da David Mamet, Premio Pulitzer per ‘Glengarry Glen Ross’, una produzione Teatro Eliseo – Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival. Lo spettacolo, sara’ in scena alle 21, e in replica martedi’ 4 luglio, nel Cortile d’onore di Palazzo Reale e chiude la sezione italiana del Festival diretto da Ruggero Cappuccio. Con questo testo – la traduzione e’ dell’attore e regista Luca Barbareschi – il drammaturgo statunitense porta in scena un ritratto del dilemma etico che colpisce il protagonista e lo conduce ad una crisi spirituale. Mamet affronta uno dei temi spinosi dei nostri tempi, il conflitto tra l’esercizio della liberta’ di stampa e il possibile abuso da parte di chi fa comunicazione senza rispondere alla responsabilita’ e alle conseguenze di un tale atto. Coinvolto da un sospetto di omofobia, ‘il penitente’ subisce una vera gogna mediatica e giudiziaria. L’influenza della stampa, la strumentalizzazione della legge, l’inutilita’ della psichiatria, sono questi i temi di una pie’ce che si svolge tra l’ambiente di lavoro e il privato del protagonista. La demolizione sociale di un individuo influisce inevitabilmente sul suo rapporto matrimoniale. Un dramma descritto in otto scene, otto atti di confronto tra marito e moglie, con la pubblica accusa e con il proprio avvocato. Fino al colpo di scena finale. “Ho scelto questo lavoro di Mamet – spiega il regista Luca Barbareschi – perche’ e’ una lucida analisi del rapporto alterato tra comunicazione, spiritualita’ e giustizia nella societa’ contemporanea. ‘Il penitente’ e’ la vittima dell’inquisizione operata dai media. E’ cio’ che accade all’individuo quando viene attaccato dalla societa’ nella quale vive ed opera, quando la giustizia crea discriminazione per avvalorare una tesi utilizzando a questo fine l’appartenenza religiosa. A cosa puo’ servire – conclude il regista – rivendicare la ragione se, come dice Mamet, cio’ significa isolarsi, uscire dal coro ed essere puniti per questo? In una storia, chi sfida la menzogna e difende la verita’ e’ in genere l’eroe della vicenda, e’ l’uomo buono. Ma qui uomo buono e’ definizione ironica, sarcastica. La societa’ reclama il sacrificio di ogni integrita’. Tutto e’ sottosopra sembra dire Mamet, e l’assenza di etica governa un mondo capovolto”. 


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