“Con il provvedimento che il Tribunale di Palermo ha esaminato con l’urgenza che il caso richiedeva andiamo a colpire nella sostanza e nell’immagine il capo di Cosa nostra. Un capo che e’ certamente depotenziato sul piano fisico, ma che gli accertamenti, che sono recenti, confermano nell’indiscusso carisma, con un ruolo dietro le quinte, ma molto influente della consorte, Antonina Bagarella”. Lo ha detto il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros (Raggruppamento operativo speciale) dei carabinieri commentando il provvedimento nei confronti del boss Salvatore Riina e dei suoi piu’ stretti familiari ai quali sono stati sequestrati beni per un milione e mezzo di euro. Sono stati 38 i rapporti bancari sequestrati, riconducibili alla moglie e ai tre figli del “capo dei capi”, escluso Giovanni detenuto, per un valore stimato di circa un milione e mezzo di euro. “Con questi accertamenti si rivela un mondo – ha detto – proprio delle famiglie mafiose, che non vuole avere a che fare con il fisco. Emerge, a fronte di dichiarazioni dei redditi negativi, per la famiglia di Antonina Bagarella, dei figli poi di Maria Concetta Riina (sposata con Antonino Ciavarello) e di Lucia (sposata con Antonino Bellomo, un patrimonio di circa un milione di euro”.
Continua ad essere insomma forte il radicamento di Cosa nostra nel territorio corleonese e a rivelarlo anche la gestione di oltre 100 ettari di terreni nel bosco della Ficuzza. Vi sono state rilevanti controversie tra la famiglia Di Marco, storico e fidato di Salvatore Riina, e Lo Bue, reggente della cosca. Una controversia che e’ stata risolta grazie all’intervento decisivo di Ninetta Bagarella. “Hanno portato all’affermazione della prima parola di Salvatore Riina: Di Marco c’era e di Marco e’ rimasto. Mentre i Lo Bue volevano impiantare dei pascoli. Nelle intercettazioni si dice: ne parleremo con la signora – dice il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros – se hai qualcosa da dire vai dalla signora. Le cose sono rimaste com’erano, nessuno si permette di andare dalla signora Bagarella”. La moglie del capo dei capi, Salvatore Riina, risulta essere il tramite del marito: “Una persona di grande carisma – prosegue Governale – che incute rispetto per il cognome da sposata ma anche per quello da nubile, Bagarella. Per la sua grande capacita’ di tenere coesa la famiglia piu’ vicina a se e la famiglia del suo mandamento. E’ un personaggio la cui figura non e’ stata probabilmente a fondo esplorata”. “Sicuramente Toto’ Riina e’ il capo dei capi e la famiglia mafiosa di Corleone, guidata da Salvatore Riina, ha un’importanza principale sul territorio”, ha ribadito il capitano Bernardino Chirico, comandante della compagnia carabinieri di Corleone.