Il pm Sergio Pavia della Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Meta, Giuseppe Tito e altre sei persone. L’udienza preliminare è stata fissata per il 14 novembre scorso davanti al gup Antonio Fiorentino. Alla sbarra compariranno il sindaco di Meta, insieme al comandante della polizia municipale, due funzionari del Comune e quattro imprenditori della zona,indagati a vario titolo per corruzione, peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità , abuso di ufficio, turbativa d’asta, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, appropriazione indebita ed emissione di false fatture. Giuseppe Tito è indagato per corruzione e induzione indebita per fatti accaduti nel 2012 quando era assessore nello stesso Comune di Meta.
La richiesta di rinvio a giudizio riguarda tre dirigenti comunali: Rina Paolotti, indagata per abuso d’ufficio, Paola De Maio, alla quale si contestano la turbativa d’asta e il falso ideologico e Rocco Borrelli,accusato di abuso d’ufficio, turbativa d’asta, omessa denuncia, falso ideologico e peculato.
Quattro, invece, gli imprenditori per i quali il pm Silvio Pavia ha chiesto il processo: Nunzio Lardaro, Antonino Staiano e Carmela Izzo, rispettivamente presidente, gestore e dipendente della società alla quale fu affidato il parcheggio sulla spiaggia; a questi si aggiunge Aniello Donnarumma, di Pimonte, amministratore della società alla quale nel 2014 sarebbe stato consentito di montare le luminarie 15 giorni prima della scadenza del bando
Le indagini condotte dalla tenenza della Guardia di Finanza di Massa Lubrense finite nel procedimento penale riguardano tre appalti.
In primo luogo il parcheggio sulla spiaggia per il 2012 che, secondo il pm, sarebbe stato affidato in base a un accordo tra Tito, all’epoca assessore al Corso pubblico, e l’imprenditore Antonino Staiano. Per ottenere la gestione del servizio il presidente della società affidataria Nunzio Lardaro avrebbe versato all’attuale sindaco, tramite Staiano, 2.500 al mese per sei mesi. Di qui l’ipotesi di corruzione a carico di Tito.
Poi il servizio di trasporto scolastico per il 2014-2015 che sarebbe stato assegnato a una ditta priva dei requisiti indicati dalla normativa regionale. E infine l’appalto per le luminarie natalizie del 2014 che sarebbe stato di fatto aggiudicato a un’impresa prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte.