L’assoluzione dall’accusa dell’omicidio della piccola Fortuna Loffredo “per non aver commesso il fatto”. Lo ha chiesto, per il suo assistito Raimondo Caputo detto Titò, l’avvocato Paolino Bonavita, al termine della sua arringa difensiva. Secondo il legale “la prova che Caputo abbia commesso il fatto non c’è”. In subordine l’avvocato ha chiesto “la derubricazione dell’omicidio doloso in preterintenzionale” e “in ulteriore subordine di non irrogare la sanzione dell’ergastolo”, richiesta dai pm Domenico Airoma e Claudia Maone, “pena eccessiva non rispondente al fatto com’è stato costruito, in quanto si dà in presenza di circostanze di particolare gravità come la pianificazione, che in questo caso non è contestata”, ha spiegato l’avvocato Bonavita che ha chiesto l’assoluzione anche dall’accusa di abusi sessuali sulle figlie della compagna Marianna Fabozzi. Secondo il difensore di Raimondo Caputo le tre figlie della Fabozzi, testimoni chiave per l’accusa per la ricostruzione di quanto avvenuto al Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014, “non sono attendibili” e “in occasione dell’incidente probatorio si sono contraddette più volte”. Caputo sarebbe stato “tirato dentro” in quanto originario di Afragola e non di Caivano, diventando così “un capro espiatorio in quanto forestiero”. Venerdì 7 luglio ci sarà occasione per l’accusa di formulare controrepliche, dopodiché la quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli si ritirerà in camera di consiglio. La sentenza dovrebbe essere pronunciata nella stessa giornata di venerdì.