Un uomo carismatico che “nel giro di quattro giorni ottiene le chiavi del centro islamico di Foggia e ne diventa il leader”. Così, il magistrato della Dda di Bari Giuseppe Gatti, descrive Eli Bombataliev, il 38enne ceceno finito in carcere perché accusato di associazione con finalità di terrorismo e istigazione a commettere reati a fini terroristici.
E l’analisi dei materiali contenuti nel suo telefonino, dei messaggi e dei video che scambiava con i suoi seguaci confermano la sua volontà a indottrinarli allo jihad. La sua missione – hanno spiegato gli inquirenti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Bari – era uccidere i miscredenti ma anche gli islamici moderati.
“È giusto che il sangue si sparga”, scriveva. “Li schiacceremo sulla terra, lo abbiamo giurato sul Corano.
Maledico loro che in ogni Paese stanno costruendo chiese. Questi bastardi che credono di essere islamici vanno ammazzati”, la sintesi del suo pensiero che correva su chat e telefonini.