Una comunita’ colpita da una ‘tragedia annunciata’ per molti, che piange su 8 bare, di cui due per una adolescente 14enne un’altra per un bimbo di 8 anni, gli ultimi due corpi estratti dalle macerie questa mattina, dopo una notte di scavo a mani nude dei vigili del fuoco. Un sindaco neoeletto, Vincenzo Ascione, gia’ alle prese con un rompicapo di atti per comprendere come e perche’ si facevano lavori nel palazzo crollato e intenzionato a collaborare con gli inquirenti (“Daremo tutto il nostro aiuto alla magistratura”, assicura confermando che per i lavori di manutenzione e ristrutturazione al primo e secondo piano della palazzina esiste una documentazione di avvio al Comune). E pm al lavoro, pronti a nominare il collegio di periti indispensabile per arrivare a una verita’ giudiziaria. “Al momento non escludiamo nessuna ipotesi investigativa”, dice Andreana Ambrosino, il sostituto delegato dal capo della Procura di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico, per il crollo di via Rampe Nunziate che ieri mattina alle 6.25 ha spezzato tre nuclei familiari. L’area e’ stata sequestrata e un drone ha ripreso dall’alto tutto lo stato dei luoghi. Si indaga per crollo e disastro colposo e omicidio plurimo colposo, ma il fascicolo allo stato e’ ancora a carico di ignoti. All’esame dei magistrati, tra l’altro, proprio l’impatto sulla struttura dei lavori effettuati ai primi due piani dell’immobile.
 Gli occhi di tutti sono puntati su quella ristrutturazione di una parte della palazzina privata, “molto ammalorata”, secondo la polizia municipale, e su quel primo piano che molte testimonianze indicano come di recente sventrato completamente nell’ambito di quei lavori. La struttura risaliva agli anni ’60, poggiava su un costone roccioso, ed era di mattoni di tufo e solai di cemento armato, materiali con flessibilita’ diversa e risposta diversa alle stesse sollecitazioni. Era stata costruita a ridosso dei binari ferroviari della linea convenzionale Napoli-Salerno, e il passaggio dei convogli era da sempre avvertito da chi vi abitava. Da ieri e per un totale di 48 ore sono poi fuori dalle loro case i 16 nuclei familiari della palazzina accanto, perche’ i vigili del fuoco intendono assicurarsi che la stabilita’ non sia compromessa e procedere a eventuali messe in sicurezza, prima di decretarne l’agibilita’. La ricerca delle cause del crollo richiedera’ tempo e minuziose analisi della documentazione, che sara’ presto oggetto di sequestro; ma piu’ tempo richiedera’ il rimarginarsi delle ferite provocate da tante vite spezzate: quella di Pasquale l’ostricaro e sua moglie Anna, con i piccoli Francesca e Salvatore, le ultime salme restituite dal ‘buco nero’ del lutto che si e’ portato via la famiglia Guida; quella di Pina Aprea, la sarta 65enne che di li’ a mezz’ora probabilmente sarebbe andata a camminare sul lungomare, come faceva tutte le mattine; quelle di Giacomo Cuccurullo, per ironia conosciuto come l’uomo dei crolli, perche’, da architetto del Comune, proprio di crolli si occupava, di sua moglie Adelaide detta Edy, sindacalista attiva e rispettata, e del figlio Marco 25enne, tornato a casa all’alba in tempo per morire.