A rischio gli esami della sessione autunnale in 79 atenei italiani: è sciopero dei professori

La sessione autunnale 2017 post vacanze per le università italiane è in forte rischio. Da oggi, fino al 31 ottobre, ben 5.444 professori e ricercatori universitari di 79 atenei sparsi in tutta la Penisola sono in sciopero. Si protesta contro i cinque anni di blocco degli scatti salariali: una restrizione molto particolare e unica tra le categorie, che non si vedeva da oltre quarant’anni. Lo sciopero è stato proclamato all’inizio dell’estate dal Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria. A coordinare lo sciopero in prima fila i professori Carlo Vincenzo Ferraro (Politecnico di Torino), Carmela Cappelli (Università di Napoli Federico II), Carla Cuomo (Università di Bologna); Paolo D’Achille (Università Roma Tre). Come spiegato sul proprio sito, la Commissione di Garanzia dell’esercizio del diritto di sciopero ha già dichiarato che la proclamazione dello sciopero è formalmente legittima. In linea generale lo sciopero non riguarda le sedute di laurea, potrà essere unicamente di un giorno e coinvolgerà il primo appello in ordine temporale nel periodo. Dal punto di vista tecnico, nelle facoltà dove è previsto un solo appello dovrebbe esserne garantito uno straordinario a partire dal quattordicesimo giorno della prova saltata per sciopero. Dura la nota del Movimento, che definisce lo sciopero “una occasione irripetibile per far capire a tutti una volta per tutte che i Docenti Universitari Italiani non sono più disposti a farsi trattare in futuro come sono stati trattati a partire dal 2010” per “vedere sbloccati in modo definitivo le classi e gli scatti e vedere assegnate risorse adeguate per il diritto allo studio che favoriscano l’accesso all’Università da parte dei giovani”.”Oggi ci scontriamo con una riduzione di un quinto dell’intero settore, tra calo delle immatricolazioni, taglio di docenti e personale e cancellazione di corsi, tutto secondo criteri arbitrari, legittimati dalla retorica meritocratica. Abbiamo la necessità di riaprire un dibattito ampio e generale che coinvolga tutte le componenti dell’università, a partire dalla convocazione di assemblee per ogni appello perduto”, ha spiegato invece il coordinamento studentesco link parlando dei contenuti della protesta.


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