Attentato di Barcellona, due ragazzi napoletani raccontano: “Vivi grazie a Picasso”

“Si’, ci sentiamo dei sopravvissuti. E se siamo qui a parlarne il merito e’ di Picasso”. Laura e Leopoldo, 20 anni lei, 22 lui, portano negli occhi i segni di chi ha dormito poco e sul volto la consapevolezza di chi l’ha scampata bella. I due turisti napoletani, tra i primi a rientrare in Italia dopo l’attentato di ieri sulla Rambla di Barcellona, hanno riabbracciato i propri cari oggi all’aeroporto napoletano di Capodichino dopo sei giorni di vacanza in Spagna. L’abbraccio simultaneo con mamma Sofia, che ieri ha vissuto ore di inferno per i suoi due figlioli, sancisce la fine dell’incubo. “Eravamo li’ fino a poco tempo prima – racconta Laura – sulla rambla, anche perche’ il nostro albergo era in zona Universita’, a due passi da Placa de Catalunya. Poi abbiamo deciso di andare al museo di Pablo Picasso che non eravamo ancora riusciti a visitare. Altrimenti saremmo rimasti li’ e chissa’ come sarebbe andata a finire. In un certo senso lo dobbiamo a lui se ci e’ andata bene”. Dopo l’attentato raggiungere l’albergo non e’ stato semplice: “La zona e’ diventata inaccessibile e abbiamo dovuto girare parecchio per trovare un varco – racconta Leopoldo -. Nella hall abbiamo trovato un altro italiano che ci ha detto quello che e’ successo mentre noi eravamo al museo, con la gente che urlava e scappava. E’ stato terribile”. Per Laura si trattava del primo viaggio all’estero: “Mi restera’ comunque il ricordo di una citta’ bellissima come Barcellona dove sicuramente tornero’ perche’ non possiamo rinunciare a vivere”. Piu’ prudente il fratello Leopoldo: “Penso proprio che faro’ passare un paio di anni prima di avventurarmi in un nuovo viaggio”.


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