Avellino: l’analisi del patron

Prima ciliegina che ha rischiato di diventare amara, ma alla fine l’Avellino di Walter Novellino, leone in gabbia dietro le sbarre della Terminio dopo metà gara per proteste con una vittoria meritata ha reso dolcissima la torta biancoverde. «Le fette vanno divise e condivise col nostro pubblico – esordisce un Walter Taccone soddisfatto – – che sugli spalti c’era, ma insieme a un nutrito numero di portoghesi. Per questo ringrazio quei tifosi che ci seguono e ci sostengono sempre, ai quali dovrebbero però aggiungersi degli altri per provare a popolare il Partenio Lombardi non solo nel derby con la Salernitana. Col Brescia la reazione della squadra c’è stata sulla spinta del pubblico che deve capire che questo gruppo va coccolato, seguito e considerato per quello che fa. Ieri ha fatto bene, soprattutto in rimonta, con degli aggiusti tattici che poi sono il frutto di un mercato ponderato, ragionato e non parsimonioso come qualcuno insinua ed al quale rispondo come il mio direttore sportivo Vincenzo De Vito: Lezzerini un morto? Beh, ieri ha fatto come il Lazzaro della parabola: si è alzato eccome, ed ha parato; Camarà con le valigie pronte? Ieri ha mostrato che certi panni, i suoi, restano in famiglia e se si lavano è solo dalle critiche». Ultimi giorni di mercato, ma sull’argomento il patron è categorico. «Mercato finito, non so cosa dovrei e potrei fare. Comprendo i tifosi che vogliono sognare e volare. Vero, i sogni esistono, ma nel nostro caso resteranno tali. Il perchè è presto detto. La squadra è fatta in tutti i reparti; Marchizza è stato l’ultimo prezioso tassello nello scacchiere del mister che abbiamo accontentato in tutte le sue richieste. Non so il pubblico cosa voglia ancora e nemmeno cosa pretenderebbe Novellino, voglio ricordare che abbiamo un acquisto, Gavazzi, che presto sarà a completo servizio del mister; poi c’è Bidaoui che rientrerà col Foggia. Siamo in ventisette: chi sarà sacrificato? Non sarà facile scegliere, tutti vogliono giocare, ma Novellino è bravo e saprà creare equilibri in campo e nello spogliatoio, d’altronde il padrone di casa è lui». Sulla gara col Brescia e sul torneo cadetto. «La squadra è stata creata per essere competitiva – osserva Taccone – in un torneo che con le retrocesse dalla A e le nuove sbarcate, non sarà di quelli facili. Nonostante il calcio d’agosto, abbiamo dimostrato di esserci, giocando alla pari con il Verona, con la buona prova con il Frosinone e sabato sera contro un grande club che con l’avvento di Cellino nutre ambizioni, con un ottimo tecnico, Boscaglia che gestisce giocatori di alto livello e buoni palleggiatori. Squadra cui abbiamo risposto per le rime, rimontando soprattutto psicologicamente un gap pericoloso. E non considererei più di tanto la superiorità numerica: per logica dovrebbe dare ulteriori chanche a chi gioca con un elmento in più, ma che spesso sul campo per dinamiche tattiche, vede giocar meglio che è in dieci. Certo, il Brescia avrebbe potuto raddoppiare e magari chiuderla, ma Lezzerini è stato magnifico a rovinare i piani delle rondinelle, poi abbattute in una ripresa veramente da incorniciare per voglia e forza volontà di far nostra la gara. Avevo seguito in tv la Juve e noostante il passivo mi dicevo, vincerà. Nel pensiero e nei fatti è stato così anche per l’Avellino». «Detto questo – aggiunge il patron – è stata una vittoria cercata ed ottenuta col cuore. Bravi ai ragazzi, in difesa, con un Lezzerini-saracinesca; con una coppia di centrali Suagher e Migliorini rassicurante; con due esterni Molina e Laverone dico già pronti al grande salto; una buona mediana e due attaccanti Ardemagni e Castaldo, generosi e soprattutto cecchini già pronti all’uso. Non criticherei Morosini: le sue qualità sono indubbie e presto le dimostrerà in un ambito tattico che il mister sa come ricavargli».


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