La scrivania di Bruno Gulotta, il trentacinquenne di Legnano ucciso a Barcellona, sembra quella di chi sa che non tornera’ piu’: ordinata e senza un foglio o una penna in vista, fa una certa impressione. In realta’ – raccontano i suoi colleghi a Tom’s Hardware, sito di informatica dove lui era responsabile del marketing – era cosi’ che la teneva perche’ Bruno era ordinato, e affidabile. Lo era anche per la sua famiglia: la compagna Martina, che conosceva da una vita, e i due figli Alessandro, di 5 anni, e Aria, di cui ha postato le foto del battesimo il mese scorso. Su tutte le cose Bruno si documentava. Aveva deciso di far fare rugby ad Alessandro dopo aver vagliato tutte le possibilita’ perche’ lo considerava lo sport piu’ formativo. E anche il viaggio a Barcellona, iniziato solo alcuni giorni fa, era stato pianificato proprio pensando che c’era tutta la famiglia da portare. Per questo ha deciso di farlo a piu’ tappe in macchina. Sui social c’e’ una foto postata a ferragosto da Cannes. Un’altra foto, raccontano, l’aveva fatta solo una ventina di minuti prima di morire sulla Rambla a Barcellona, dove era arrivato la sera precedente. E’ stata Martina ad avvisarli usando il cellulare di Bruno di quanto era successo ieri sera, tre ore dopo l’attentato. Ed e’ stata lei a chiedere prima il silenzio e poi, in mattinata, a dare l’ok alla pubblicazione del necrologio sul sito. “Una colonna portante” con “una fame insaziabile di conoscenza”, una “persona generosa e di cuore” e anche “uno smanettone” ha raccontato nel ricordo Roberto Buonanno, country manager di Tom’s Hardware, forse la persona con cui lavorava piu’ a stretto contatto. Sempre vissuto a Legnano, ma originario di Napoli, laureato in ingegneria, Bruno era un appassionato di informatica, attento alla salute (dall’alimentazione all’attivita’ fisica). Con i colleghi parlava di tutto. Anche degli attentati di Nizza e Londra “con una posizione bilanciata. Non diceva che la violenza si vince con la violenza” ha ricordato Alessandro Ferrario, caporedattore del sito. Ieri pomeriggio, spiegano alla Tom’s, Bruno Gulotta aveva Alessandro per mano. Martina era vicina con Aria nel marsupio, ed ha fatto appena in tempo a tirar via il bambino prima che il suo compagno venisse travolto. Sul posto e’ arrivato subito il fratello minore di Bruno (che ha anche due sorelle) perche’ era gia’ in Spagna. Adesso al lavoro stanno cercando un modo per aiutare la famiglia. Martina e Bruno non erano sposati e questo rende burocraticamente difficile anche solo pagare subito la liquidazione. “Ci hanno mandato un centinaio di messaggi online e mail. Tanti responsabili delle aziende con cui lavoriamo, che trattavano con Bruno – ha spiegato Buonanno – ci hanno chiesto di partecipare. Stiamo pensando a come fare”. Intanto dal citofono del condominio dove Bruno e Martina si erano trasferiti da qualche tempo e’ stato tolto il nome e un paio di amici hanno cercato di tenere a distanza telecamere e giornalisti. La famiglia ha chiesto attraverso il sindaco Giambattista Fratus riservatezza e “rispetto per un dolore che e’ molto grande”.