Tra gli omicidi confessati dall’ex boss di Pianura, oggi pentito, Pasquale Pesce ‘e bianchina c’è anche quello di Luigi Aversano, detto Giggino il musichiere avvenuto il 7 agosto del 2013. L’uomo era un affiliato al clan Mele. ha raccontato il boss pentito: “L’omicidio – fu pianificato e organizzato da me. Bisognava dare un segnale ai Mele. Il mio obiettivo era proprio quello di colpire Giuseppe e Salvatore Mele…Solitamente i due Mele si accompagnavano ad Antonio Calone, Luigi Aversano ed Enzo Birra. Conoscevo il tragitto che facevano da via Pignatello fino a casa di Raffaele Dello Iacono, in via Colantuono o Colantoni. Lo facevamo sempre di pomeriggio, quando Giuseppe Mele di svegliava. A casa mia incaricai Salvatore Marfella, Giuseppe Foglia e Diego Basso di compiere materialmente l’agguato. Mi occupai personalmente di procurare l’auto rubata, una Hyundai scura, e applicai le pellicole per oscurare i vetri. La parcheggiai in via Cannavino. Separatamente parlai invece con Lorenzo Carillo, Salvatore Schiano e Antonio Campagna. Carillo, con la macchina della figlia, aveva il compito di prelevare Foglia e Marfella per condurli a casa di mia madre a Ischitella; Schiano aveva il compito di parcheggiare l’auto usata per l’omicidio; Campagna si doveva occupare del recupero di Basso per riportarlo a casa. Le armi dovevano invece essere smontate e buttate per strada. Consegnai dunque tre pistole, una calibro 45, una 38 e una 9×21, a Marfella, Foglia e Basso. A Basso dissi però di non sparare perché lui era un sorvegliato special. Il pomeriggio stesso avvenne l’omicidio. I tre partirono all’orario previsto, fecero il percorso stabilito, incontrarono Aversano da solo sul mezzo e lo tamponarono frontalmente facendolo cadere a terra. A quel punto Foglia e Marfella gli spararono. Così mi fu raccontato dopo da Diego Basso”.