Camorra, i Sequino suggerirono a Genidoni di eliminare i due Staterini perché chiedevano solo soldi. LE INTERCETTAZIONI

Anche i Barbudos, nonostante fossero alleati, volevano la morte di Vincenzo “Piccoletto” Staterini (cognato del nemico Patrizio Vastarella) e del figlio Emanuele. I due sono sono stati uccisi il 25 maggio scorso in un bar tabaccheria al centro di Giugliano. Le nuova ipotesi investigativa viene fuori da un’attenta lettura delle oltre 300 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gip Francesca Ferri che ha incastrato tre settimane fa il clan Genidoni-Esposito-Spina. La pista porta però ai Sequino, alleati e parenti di Dora Spina mamma di Antonio Genidoni, sia perché al momento del duplice omicidio dei due Staterini, i Barbudos erano tutti in carcere sia perché a sollecitare l’eliminazione di padre e figlio erano stati proprio i Sequino come si evince dalla lettura degli sms tra i telefoni “citofono” in dotazione all’epoca ai Genidoni-Esposito-Spina e ai loro alleati. Una nuova pista quindi avanza e che si affianca a quella della vendetta familiare ossia da parte dei Vastarella “traditi” dal cognato e a quello che porta al clan Mallardo di Giugliano per una presunta vicinanza dei due Staterini ai ribelli del clan delle “Paparelle”. La conversazione è datata 3 maggio 2016 e Genidoni aveva appena ricevuto la risposta negativa dei Vastarella della tregua richiesta dai Barbudos. Ma Sequino non si limitava a riportare la risposta dei Vastarella, ma addirittura suggeriva a Genidoni i possibili obiettivi per colpire i  Vastarella. Questi, in particolare, indicava tale Giancarlo di Vico Paradiso ed aggiungeva che così facendo avrebbe arrecato un danno ai Vastarella, togliendo loro anche un appoggio. ” … io ti posso dire una cosa per che non cerchi di prendere a giancarlo e il padre abbitano dentro al vico paradiso rind a nu vasc e stanno sempre la e un bel danno prima per che fanno il suo cognome e poi lo togli un appoggio … “.
Antonio Genidoni riferiva a Sequino di aver già affiliato un ex Tolomelli che abitava in loco, ma aggiungeva che la priorità rimaneva quella di riunirsi, altrimenti si sarebbero trovati contro anche Pic, ossia Vincenzo Staterinini, alias o Piccoletto, il quale voleva che anche
i Sequino facessero la loro parte. ” … Ok gia stavo vedendo un ex tolm ora simete con noi e abita la pero amo dobiamo meterci e fac osino ci troviamo pie contro perche vuole che lavori pur voi … “.
Sequino, dal canto suo, ribadiva a Genidoni che doveva attendere, riferendosi al colloquio in carcere che aveva prenotato con il familiare; aggiungeva, altresì, che il Piccoletto non faceva paura a nessuno. “… Amo lo gia tl o detto mi devi dare t’l tempo che vado e ti faccio sapere e poi amo anche a te ce lo troviamo contro a questo pic ma a chi fa paura a muri … u ce lo mangiamo per questo se viene qua con te subito ce lo dobbiamo togliere da avanti ai piedi … Questo e un problema che si deve risolvere subito … “.Genidoni, riflettendo sulla situazione, faceva notare a Sequino l’opportunità di risolvere prima i Vastarella e poi il Piccoletto, onde evitare di avere altre persone contro; rammentava ,inoltre, come anche i Mirc, ossia il gruppo criminale dei Mauro egemone nella zona dei Miracoli della Sanità, fossero infami. “… Si pero ora dobiamo risolv prima v poi pic va a finire che teniamo altra gente contro e n un e buon … Ma pure i mirc amo so chiu infam re v … “.Genidoni proseguiva difendendo Staterini che, a suo dire, non aveva parlato male dei Sequino ma voleva solo fare una riunione per risolvere i problemi; Genidoni ci teneva a precisare che comunque i reati, ossia le azioni di fuoco, li faceva lui e non Staterini. ” … pero se nun ci metiamo e fac tutti o pic nun si fida se devo dire che parla male di voi no te lo giuro anzi si vuole sedere.x risolv problem poi mo a me nun mi serv e reat e facc io no lor…”.

Nella nota dei carabinieri sono riportate anche conversazioni che confermano l’intenzione di Genidoni di cacciare i Vastarella dalla Sanità.
Sequino, pur trovandosi d’accordo che l ‘obbiettivo primario era rappresentato dai Vastarella, aggiungeva che dopo avrebbero dovuto colpire anche il Piccoletto ed il figlio, ossia  Vincenzo ed Emanuele Staterini, i quali volevano solo mangiarsi i soldi. ” … E normale
che si deve risolvere prima i v e poi risolviamo anche al pic ci organizziamo e ce lo mangiamo a iss e o figi … Meglio ancora amo e poi gia lo so che lui non fa niente piu lui e il figlio qua giu capa iss si vuole mangiare solo i soldi o sap sol iss amo noi subito … “. Genidoni sottolineava nuovamente l’urgenza di parlare con lo zio, ossia Sequino Salvatore o Nicola che erano detenuti, per delineare la strategia tesa a cacciare tutti i Vastarella dalla Sanità. ” …Amo telosto dicendo dopo non dire che io non voglio fare la famigli digli a zio senza offendere nesuno se melavedo io pero ciamma metere e fac osino n un … sipuo fare niente e andiamo solo carcr se nun e caciam subito a tutti … “.
Sequino diceva a Genidoni di attendere che effettuasse il colloquio con il familiare detenuto. ” .. .Amo dammi il tempo che ci vado e subito ti faccio sapere … ” e questi si raccomandava di spiegare bene la situazione, affinché fosse dettata la linea corretta per risolvere
definitivamente il problema dei Vastarella. ” …Ti racomando facci capire bene le cose se vuole risolvr veramente con i v perche devi capire che avete qualche cattiveri da questi un domani e senedevono … “. Il proposito di Genidoni era, ovviamente, quello dell ‘eliminazione fisica dei Vastarella, tant’è che chiudeva la conversazione scrivendo testualmente ” … Ok notte e credimi vediamo la fine dei v notte … “. Ma così non è stato. Anzi. I Vastarella continuano a comandare al rione Sanità e i Sequino e i Savarese stanno aspettando il momento giusto per colpirli.

 Antonio Esposito

6.continua

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