Giugliano, omicidio di Enis: il giovane punito per aver chiesto il pizzo alla persona sbagliata

Sembrano essere ad una svolta le indagini sull’omicidio del pregiudicato 22enne Enis Mahmoudi, ucciso nella notte del 21 luglio scorso a Giugliano. Il giovane pregiudicato fu freddato con diversi colpi di pistola alla schiena, mentre si trovava a piedi in via Colonne, ad un passo dal quartier generale del presunto ras scissionista, Aniello Di Biase, meglio noto con il soprannome di “Nellino Paparella”, figlio di Michele Di Biase,(sparito nel nulla nell’ottobre di due anni fa)  e arrestato sempre per estorsione due settimane fa insieme con due complici.
dalle indagini è emerso che Enis Mahmoudi, forse autonomamente, sarebbe andato in una nota azienda del luogo chiedendo il pagamento del pizzo, senza sapere che il tito- lare di questa impresa era in qualche modo vicino ad una famiglia camorristica locale. Proprio in virtù di questa appartenenza, come ha ricostruito Il Roma, il giovane estorsore, in cerca di autonomia criminale, sarebbe stato subito cacciato. Da qui la reazione dell’estorsore, che qualche giorno dopo, forse in compagnia di altri giovani,
sarebbe tornato sul posto provocando danni all’azienda che aveva “ospite” tra le maestranze, un pregiudicato di spessore, figlio di un pezzo da novanta della malavita locale di recente tornato in carcere perché trovato in possesso di una pistola mentre si trovava in pieno centro cittadino.

Ora gli investigatori stanno mettendo insieme tutti i tasselli del puzzle investigativo per arrivare a dare un nome e cognome a mandanti e killer del giovane Enis. La riflessione fatta in chiava investigativa è che ne la giovane vittima ne il suo gruppo di certo si aspettava una reazione del genere visto che la notte dell’omicidio Enis si intratteneva a parlare con i suoi amici senza timore e tantomeno quelli del gruppo delle “Paparelle” avevano manifestato segnali di preoccupazione nei giorni precedenti all’agguato delle palazzine.

 


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