L’ Osservatorio Vesuviano: “A Ischia altre 33 micro scosse dopo il sisma”

Il terremoto che ha colpito l’isola di Ischia lo scorso lunedì “è avvenuto in un sistema vulcanico, ma la sua genesi non è da attribuire a risalita di magmi. Con molta probabilità l’evento ha natura tettonica”. Così Francesca Bianchi, direttore dell’Osservatorio vesuviano, sezione di Napoli dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), nel corso di una conferenza stampa presso la sede dell’Istituto a Roma. Bianchi ha specificato che si misura una “stabilità del sistema geotermico, senza variazioni nella composizione chimica dei fluidi monitorati”. Dopo la scossa principale si sono registrate altre 33 micro-scosse fino a ieri: il 21 agosto ci sono stati 22 eventi successivi di una magnitudo massima di 1.0; il 22 agosto si sono registrate altre 8 scosse con magnitudo massima di 0.9; il 23 agosto ci sono stati tre eventi con magnitudo massima di 1.9. Il sisma di lunedì, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio vesuviano, è stato misurato dopo un periodo di silenzio sismico iniziato il 31 agosto 2016: “Una circostanza che non deve stupire perché ad Ischia la sismicità è in realtà estremamente rara. In passato terremoti di magnitudo equiparabile a quella dell’ultimo evento sono avvenuti, anche se in periodi di tempo senza grande frequenza”.

Una valutazione a posteriori ha calcolato per il sisma del 1883 una magnitudo di 4.28, ma in quel caso si ebbero più di 2mila vittime – ha aggiunto Bianco – dal 1999 a oggi, invece, si sono registrati 12 eventi, escludendo gli episodi di questa settimana, che non arrivavano alla magnitudo di 1.9 registrata nella scossa di ieri mattina. L’anno più sismico per l’isola è stato il 2011, con eventi numerosi ma di bassissima intensità. Mentre nell’anno precedente e in quello successivo, il 2010 e il 2012, non si sono misurate scosse”. Francesca Bianco ha ribadito che il sisma di lunedì si è sviluppato in mare, a 5 chilometri di profondità, a 3 km la Lacco Ameno e 5 da Casamicciola. Ischia, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio vesuviano, “è un’isola che rappresenta la parte sommitale di un apparato vulcanico alto circa 900 metri dal fondo del mare. Essa copre un’area di circa 46 km quadrati e raggiunge un’altezza massima di 787 metri sul livello del mare, in corrispondenza del Monte Epomeo, situato nella parte centrale”. Nell’area dell’isola l’Ingv ha installato 4 stazioni sismiche, 5 stazioni Gps, una stazione mareografica e 3 stazioni tiltmetriche. 


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