Napoli, morto alla Stazione in attesa dell’ambulanza: in cinque rischiano il licenziamento

Un medico della Croce Rossa e quattro infermieri dipendenti dell’ospedale Cardarelli rischiano il licenziamento per la morte del 42enne di Pompei, Marco D’Aniello, morto la sera del 3 agosto scorso alla Stazione Centrale di Napoli a causa della mancanza di ambulanze che potessero soccorrerlo in pochi minuti. Dall’indagine, voluta dal governatore Vincenzo DeLuca e condotta dal dottor Ciro Galano, responsabile della Centrale operativa 118, è emerso che due ambulanze una a Scampìa e un’altra alla postazione Crispi erano disponibili e avrebbero potuto aiutare in tempo l’uomo soccorso invece venti minuti dopo la chiamata. Marco D’Aniello, malato di talassemia e già altre volte colpito da emorrogia e salvato in tempo, la sera del 3 agosto scorso era andato alla stazione centrale di Napoli per incontrare una ragazza conosciuta in chat, ma si sentì male. Fu colpito da una violenta emorragia e nonostante le richieste di auto l’ambulanza arrivò in ritardo e quando per lui non c’era più niente da fare. Ora si scopre che la prima ambulanza era rimasta libera dalle ore 20.39 alle 23.57 mentre la seconda dalle 19,47 alle 21.36. Dopo la tragedia il governatore De Luca ha fatto ripristinare la presenza di un’ambulanza presso la stazione centrale di Napoli e ora alla luce dei risultati dell’inchiesta interna dell’Asl anche quella della magistratura napoletana affidata alla pm Stefania Buda potrebbe far riscontrare importanti novità.I quattro operatori in servizio e il medico coordinatore avevano sostenuto che “nella fascia oraria dalle 21.02 alle 21.21 non era possibile inviare ambulanze perché le tredici postazioni attive erano impegnate in altri interventi”. Nei confronti dei cinque soggetti è scattata la richiesta di provvedimento disciplinare, che va dalla censura alla sospensione fino al licenziamento con preavviso o senza preavviso.


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