Napoli, un infermiere del Loreto Mare: “Agosto è un mese difficile”

“Sono al Loreto Mare da 12 anni, ma prima ho lavorato ad Aversa, le cose vanno piu’ o meno allo stesso modo ovunque e le disgrazie capitano. Non ero qui l’altro giorno, ma so che agosto per gli ospedali e’ un mese sempre difficile”. Queste le parole di un operatore sociosanitario all’esterno dell’ospedale Loreto Mare di Napoli dove l’aria e’ pesante per la morte di Antonio Scafuri, il 23nne deceduto dopo un incidente in scooter e quattro ore di attesa al pronto soccorso del nosocomio napoletano. C’e’ poca voglia di parlare tra i sanitari del Loreto Mare, l’ospedale nell’occhio del ciclone gia’ da mesi dopo lo scandalo dei “furbetti del cartellino” e varie polemiche sui servizi non adeguati. Oggi, in attesa dell’arrivo degli ispettori del ministero e nel corso dell’ispezione dell’Asl Napoli 1, le guardie ai varchi sono apparse particolarmente attente ma nessuno dei sanitari si e’ affacciato oltre il limite aperto al pubblico. Al pronto soccorso, in attesa, una decina di persone e tutte conoscono bene l’aria che tira al Loreto Mare. “Questo e’ un ospedale di frontiera – racconta  Giovanni, un anziano signore di Portici, comune nel vesuviano – i medici lavorano bene, io sono stato ricoverato qui con un tumore al colon e oggi posso raccontarlo. Ma mancano le regole, la vicinanza con quartieri difficili si sente. Qui dietro ci sono le Case Nuove (un quartiere ad alto rischio alle spalle di Piazza Mercato, ndr) e nei corridoi ho assistito a scene agghiaccianti: una volta un uomo si rivolse a una guarda dicendogli ‘sei armato, ma pensi di farmi paura?'”. Ma non manca chi elogia il lavoro dei medici: “Ho trovato grande professionalita’ e non una sensazione di caos”, spiega Maria Rosaria che e’ al Loreto Mare per un controllo dopo un malore avuto nei giorni scorsi. La sensazione, pero’, e’ che gli addetti del Loreto Mare si sentano sotto attacco. Ci si guarda con circospezione nei corridoi, in attesa che le tre inchieste chiariscano quello che e’ avvenuto quella notte: i protocolli e le procedure ci sono, assicurano gli addetti senza voler essere citati, ora attraverso le indagini del ministero, della task force dell’Asl Napoli 1 e anche della Procura di Napoli, si dovra’ capire perche’ il protocollo e’ saltato e chi sono i responsabili. Risposte che daranno le diverse indagini in corso: domani sono attesi i carabinieri dei Nas e l’aria restera’ pesante al Loreto Mare.


Articolo precedenteUcciso dalla polizia catalana il killer della Rambla: aveva una cintura esplosiva
Articolo successivoCamorra a Pianura, il boss pentito: “Ecco perché uccidemmo Giggino il musichiere”