Una nuova pista investigativa si fa strada nel complicato puzzle della ricostruzione dell’omicidio di Enzo Ruggiero a una settimana dal ritrovamento del suo cadavere mutilato e dall’arresto del suo assassino Ciro Guarente. Il dipendente della Marina Militare originario di San Giorgio a Cremano ma residente a Licola potrebbe aver ucciso il ragazzo di Parete nella sua abitazione sul mare di Giugliano e non nella casa della trans Heven Grimaldi ad Aversa. Li potrebbe averlo narcotizzato e stordito e poi trasportato a Licola appunto dove gli avrebbe esploso contro due proiettili probabilmente di una pistola calibro 22. L’arma non si trova e saranno le perizie balistiche dopo che i colpi rilevati da i primi esami dell’autopsia saranno estratti. Nel frattempo sono stati anche effettuati gli esami tossicologici sui resti di Enzo Ruggiero dai cui risultati si capirà se l’ipotesi investigativa nuova ovvero quella che il commesso di Parete sia stato narcotizzato ad Aversa e ucciso a Licola. I riscontri con le celle del telefonino di Ciro Guarente indicano che il “Grinder Boy” assassino sia stato a Licola due volte nel corso della sera e la notte tra il sette e l’otto luglio scorso. Ci è andato come dimostrano le immagini di una telecamera posta di fronte all’abitazione di Aversa prima con una valigia e poi con un sacco che probabilmente conteneva il corpo di Enzo. Tutto molto complicato, tutto molto serial americano stile “crime” l’indagine. I Ris e gli esperti ci stanno lavorando molto anche perchè le bugie di Ciro Guarente non hanno aiutato nella prima fase dell’inchiesta. Si cerca anche la sega circolare utilizzata per fare a pezzi il corpo dello sfortunato ragazzo. Si cerca la testa e parte dell’avambraccio sinistro per ricostruire il corpo. L’operazione in stile “macelleria messicana” sarebbe quindi avvenuta in più fasi: prima ad Aversa, poi a Licola e quindi terminata nel garage di Ponticelli dove insieme con il misterioso complice Guarente avrebbe cercato di seppellire e mischiare con calce e acido i resti martoriati di Enzo Ruggiero. I Ris stanno lavorando ancora attorno al garage della morte per ritrovare tutto quello che manca. Intanto la Procura di Napoli Nord e i carabinieri di Aversa sono stati affiancati da un pool di tre esperti. Si tratta dell’esperto di balistica Claudio De Matthaeis, l’antropologo forense Maurizio Cusimano, per il prelievo del Dna, Ciro Di Nunzio, quest’ultimo scienziato che ha studiato il caso della mistica Natuzza con le stigmate e il caso “Cogne bis”.Dopo la nomina del medico Antonio Palmieri e del tecnico Carmine Testa – indicati dal procuratore Francesco Greco con il compito di eseguire l’esame esterno del cadavere e l’ispezione del telefono cellulare dell’assassino – arrivano tre superperiti. Ciro Guarente in carcere sembra reggere nel suo silenzio nonostante l’isolamento.. Nei giorni scorsi ha ricevuto in carcere uno dei fratelli e i genitori. Venerdì c’è stato l’ultimo colloquio con il suo avvocato. Un’ora e venti minuti, ma Ciro Guarente, per ora, non cede. Ha chiesto di Heven.
Antonio Esposito
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