Analizza le variazioni delle emissioni di CO2 nell’ultimo periodo di crisi dei Campi Flegrei – caratterizzato da un aumento dei segnali geofisici e geochimici – una ricerca realizzata da un gruppo di ricercatori dell’Universita’ degli studi di Perugia coordinata dal Carlo Cardellini, del dipartimento di Fisica e Geologia, insieme alle sezioni di Bologna e Napoli dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e all’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche. Lo studio, “Monitoring diffuse volcanic degassing during volcanic unrests: the case of Campi Flegrei (Italy)”, e’ stato pubblicato su Scientific Reports ed ha una valenza essenzialmente scientifica – si sottolinea in una nota dello stesso ateneo perugino – priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di Protezione civile. La ricerca stabilisce che sono oltre 13 mila le misure incluse nel dataset di flusso di biossido di carbonio (CO2) alla Solfatara di Pozzuoli nel periodo 1998-2016. Si tratta del database piu’ grande al mondo per numero di misure e durata temporale. “Negli ultimi 20 anni – sottolinea Carlo Cardellini, primo autore del lavoro – settori dell’area della Solfatara, prima non interessati da attivita’ di degassamento anomalo, hanno iniziato a rilasciare CO2 vulcanica. Dal 2003 a oggi l’area interessata ha avuto un’espansione significativa verso Pisciarelli, insieme all’aumento della quantita’ totale di CO2 emessa attraverso il rilascio diffuso dal suolo, passando da circa 800 tonnellate di biossido di carbonio al giorno nel 2003, a circa 2800 nel 2015”. “Nei vulcani caratterizzati dalla presenza di un sistema idrotermale, come nel caso della Solfatara, cioe’ con un acquifero caldo interposto tra il magma e la superficie – spiega Cardellini – le fenomenologie osservabili (emissione dei gas, attivita’ sismica, deformazioni del suolo eccetera) possono essere causate sia dalla risalita di magma sia da processi che interessano il solo sistema idrotermale. In questi sistemi, il degassamento diffuso di CO2 dal suolo puo’ costituire la principale, se non l’unica, modalita’ di rilascio di CO2 vulcanica”.