Pompei. Era andato a prendere una ragazza alla stazione di Napoli ed era felice. Ma quella felicità è durata troppo poco, Marco D’Aniello è morto per un’emorragia polmonare dopo aver atteso un’ambulanza che è arrivata circa 50 minuti dopo la telefonata al 118. Forse poteva salvarsi con soccorsi più tempestivi. Una forse che è oggetto dell’inchiesta della Procura di Napoli e del sostituto procuratore Stefania Buda. La notizia della morte del 40enne di Pompei è giunta a casa dei genitori con i quali viveva solo a notte inoltrata, quando gli agenti della polizia hanno bussato al campanello dell’abitazione di via Crapolla. Marco D’Aniello era talassemico, una malattia genetica che lo costringeva a cure periodiche ma che non gli impediva di aver una vita normale. Tanti amici e tanta voglia di vivere. “Ieri stava bene ha lavato l’auto e ha cantato tutto il giorno, cantare era la sua passione” dice il padre. I familiari, gli amici si affollano nella palazzina, situata alla periferia di Pompei, dove Marco viveva con i genitori. I fratelli increduli ancora non riescono a capire cosa è accaduto. Marco D’Aniello era uscito verso le 17,30 per andare alla stazione di Napoli, ieri pomeriggio. Arrivava una sua carissima amica con la quale da tempo era in contatto. Conosciuta attraverso i social era finalmente venuta a Napoli e si sarebbero incontrati. Quell’incontro è avvenuto, secondo quanto hanno ricostruito i familiari, ma subito dopo Marco ha cominciato a stare male. Un’emorragia polmonare lo ha portato alla morte sotto gli occhi atterriti della donna e dei viaggiatori della stazione ferroviaria. Un’agonia durata minuti interminabili senza che arrivasse l’ambulanza e i medici a soccorrere quell’uomo per il quale era stato lanciato l’Sos. Quando i poliziotti hanno bussato alla porta di Marco D’Aniello erano passate le 23. La notizia tragica e inaspettata della sua morte è corsa oggi di bocca in bocca, di familiare in familiare, e nessuno riesce a capire cosa è accaduto. La Procura di Napoli hanno deciso di aprire un’inchiesta sul decesso del 40enne pompeiano. L’interrogativo al quale vogliono dare una risposta gli inquirenti e gli agenti della Polfer è: poteva essere salvato con un intervento tempestivo? Perchè i soccorsi hanno impiegato tanto tempo ad arrivare? L’ospedale più vicino è il Loreto Mare, dista poco più di un chilometro dallo scalo ferroviario. Il decesso dell’uomo potrebbe essere l’ennesimo caso di cattiva organizzazione della Sanità campana. Infatti, secondo quanto riscontrato dagli investigatori quell’uomo ha atteso l’intervento dei medici per circa 50 minuti. Minuti che potrebbero essergli stati fatali. “Sappiamo solo quello che ci ha detto la Polizia” hanno detto gli anziani genitori. Loro non hanno presentato nessuna denuncia ma le modalità della morte del 40enne dovranno essere accertate. “Era andato alla stazione a prendere una sua amica che arrivava la sera, è uscito verso le 17,30, poi non sappiamo più nulla. Ci hanno detto solo che è morto per un’emorragia polmonare” dicono i fratelli. Non riescono a spiegarsi cosa può essere accaduto, i familiari sanno solo che è stata disposta l’autopsia sul corpo. E il ritardo dei soccorsi? Neppure questo sanno.”Forse poteva essere salvato allora” dice la mamma di Marco D’Aniello. “Era talassemico ma viveva una vita normale, faceva delle terapie al Cardarelli, ma stava bene e ieri ha cantato tutto il giorno era la sua passione”. Il 40enne aveva avuto dei problemi nei giorni scorsi. In due occasioni aveva sputato del sangue e entrambe le volte, i fratelli lo aveva portato in ospedale. Una volta a Boscotrecase, quella successiva a Castellammare di Stabia.
“Era un inizio di emorragia – dice il fratello Basilio – tanto che la prima volta gli hanno somministrato degli anti emorragici ed è stato subito bene, la seconda volta non c’era stato bisogno di cure”. Per accertare cosa avesse i medici gli avevano prescritto degli esami diagnostici che avrebbe dovuto fare la prossima settimana.
Ma non c’è stato tempo. Marco D’Aniello è deceduto per una violenta emorragia polmonare. La lunga attesa dei soccorsi potrebbe essergli costata la vita. Ed è proprio questo che la Procura di Napoli dovrà accertare. Se i soccorsi fossero arrivati in tempi ragionevoli il 40enne poteva salvarsi? E come mai quell’ambulanza ha impiegato così tanto ad arrivare alla Stazione centrale di Napoli.
La polizia ha avviato una serie di accertamenti per verificare il lasso di tempo trascorso tra la chiamata al 118 e l’intervento. L’autopsia dovrà invece chiarire se una tempestiva somministrazione di anti-emorragici avrebbe potuto salvare la vita al 40enne pompeiano.
Rosaria Federico
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