Terremoto a Ischia: focus dei pm sulle richieste di condoni

Sigilli alla chiesa dove e’ crollato un cornicione che ha provocato una vittima e imminente acquisizione presso i locali del Comune di Casamicciola, attualmente di difficile accesso proprio per le conseguenze del sisma, dei documenti relativi alle richieste di condono, nel tentativo di verificare se vi sia un nesso causale tra i crolli e i danni alle persone. Sono le ultime iniziative adottate dalla procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta (che gli inquirenti, allo stato, prefiniscono ancora definire “accertamenti preliminari”) sul terremoto che lunedi’ ha colpito in particolare la zona alta di Casamicciola, uno dei sei comuni dell’isola di Ischia. Provvedimenti che fanno seguito alla nomina, formalizzata ieri, di due ingegneri come consulenti della procura che hanno avuto l’incarico di coordinare la messa in sicurezza dello stato dei luoghi dove si sono verificati i crolli – compreso l’edificio dal quale sono stati tratti in salvo i tre bambini – con modalita’ tali da poter consentire successivamente gli accertamenti per stabilire le cause. Se dovessero emergere responsabilita’, verrebbe aperto un fascicolo al cosiddetto modello 21 (ovvero contro persone note) per le ipotesi di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Oggi i magistrati titolari dell’inchiesta – il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il sostituto Michele Caroppoli – hanno incaricato i carabinieri della compagnia di Ischia di eseguire un decreto di sequestro della chiesa di S. Maria del Suffragio a Casamicciola dove crollo’ una porzione di cornicione che uccise la 59enne Lina Balestrieri. La chiesa di Casamicciola, sequestrata alla presenza del vescovo Pietro Lagnese, “era stata costruita nel ‘700 ma interamente ricostruita 50 anni fa”, come ha spiegato lo stesso monsignor Lagnese. “Nel 1969 la chiesa venne interamente distrutta da un incendio, per la presenza di travi di legno nel soffitto e poi ricostruita”, ha ricordato l’ex sindaco Parisio Iacono. La sera del sisma pero’ da quella chiesa “sono caduti massi enormi, grandi come una carriola”, ricorda lo stesso vescovo, e uno di quei massi ha colpito la signora Lina Balestrieri, causandone la morte. Nell’edificio dalle cui macerie sono stati salvati i tre fratellini, sono state eseguite in passate alcune soprelevazioni (un secondo piano e un terrazzo). La richiesta di condono per tali sopraelevazioni abusive non puo’ essere, al momento, confermata dal Comune. A tre giorni dal sisma, l’ing. Gaetano Grasso, responsabile dell’ufficio tecnico municipale, ha infatti spiegato: “Non e’ possibile dare una risposta per quanto riguarda eventuali abusi edilizi ed eventuali richieste di condono, perche’ il responsabile che doveva prendere gli atti in ufficio non puo’ entrare se non accompagnato dai vigili del fuoco, in quanto il municipio si trova in zona rossa e dobbiamo attendere la loro disponibilita’”. Delle sopraelevazioni ha parlato il proprietario della palazzina, Gianni Trani, sottolineando che i lavori risalivano agli anni Ottanta e che la sua famiglia aveva presentato due richieste di condono, nel 1985 e nel 1994, versando le relative oblazioni. Sulle pratiche di condono giacenti negli uffici comunali, Grasso ha detto che “complessivamente un migliaio di pratiche sono state rilasciate con esito positivo. Non ricordo – ha aggiunto – quante pratiche restano ancora da essere evase”. 

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