Detenuto morto in carcere ad Avellino: aperta un’ìnchiesta

E’ stata aperta un’inchiesta per la morte in carcere di un detenuto durante la notte scorsa dopo essere stato arrestato dai carabinieri per sequestro di persona e rapina. Si tratta di un 24enne di Avellino che insieme a due complici, tra cui una donna di Salza Irpina, la vigilia di Natale, avevano bloccato una 70enne di Monteforte Irpino che stava rincasando alla guida della propria auto. Dopo averla minacciata e picchiata per farsi consegnare il denaro, l’hanno scaricata in una strada di Avellino e dopo essersi schiantati con l’auto contro un muro, si sono dati alla fuga a piedi prima di essere bloccati dai carabinieri e condotti nel carcere avellinese di Bellizzi.
Il giovane, pregiudicato e tossicodipendente, sarebbe morto in cella per infarto. Il magistrato della Procura ha ordinato l’autopsia. La ragazza arrestata e’ stata a sua volta soccorsa in carcere per una crisi da overdose. L’anziana aggredita e’ stata curata in ospedale per ferite con dieci giorni di prognosi. Emilio Fattorello, segretario del Sappe spiega: ”Nella notte di Natale è morto nel sonno un detenuto di 24 anni, arrestato poche ore prima per rapina e altri reati nei confronti di una anziana signora. Si presume che lo stesso abbia fatto uso di alcol e/o sostanze stupefacenti prima dell’arresto ma sarà l’esame autoptico a chiarire la vicenda. Il soggetto, arrestato con la compagna ed altro complice, ha fatto ingresso in Istituto nella serata del 24 – spiega Fattorello – La donna, tratta in arresto e compagna del detenuto deceduto, poco dopo l’accesso in carcere è stata colta da overdose e salvata in extremis dall’intervento di Polizia Penitenziaria e personale medico che ha provveduto al ricovero urgente al pronto soccorso.
Il detenuto, invece, idoneo alla visita sanitaria di primo ingresso, sembra non aver dato segni di sofferenza: anche i compagni di cella non si siano accorti del trapasso del compagno”. “La morte in carcere è una sconfitta per tutti e crea malessere e conseguenze negative su chi vi opera, soprattutto sulle unità della Polizia Penitenziaria che resta e sarà sempre in prima linea a fronteggiare l’emergenza molte volte drammatica così come accaduto la Notte di Natale ad Avellino, emergenza gestita sempre con pochi uomini e mezzi insufficienti”, sottolinea Fattorello. Donato Capece, segretario generale del Sappe, è netto nella denuncia circa la realtà della situazione penitenziaria: ”Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. I vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8/10 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali.
Altro che le favole che raccontano taluni politici che nessuna rappresentanza hanno nel Parlamento e che sfruttano le criticità penitenziarie per avere una visibilità che altrimenti non avrebbero. Il carcere non è terra di presunti innocenti e disgraziati. E’ anche terreno fertile di violenti, criminali e delinquenti che sfogano la loro frustrazione verso le leggi dello Stato contro le donne e gli uomini appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, che stanno in prima linea 24 ore al giorno e non solamente i pochi minuti di annunciate visite politiche, utili solo alla visibilità di chi le effettua”.

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