Camorra, il Riesame scarcera Angioletto Trongone: “Non è lui il killer di Terracciano”

 

Era stato arrestato perche’ considerato il killer di Francesco Terracciano, un elemento di primo piano della criminalita’ napoletana che aveva osato non finanziare il traffico di droga del capoclan dei Quartieri Spagnoli, Marco Mariano, detto ‘il picuozzo’, e per questo era stato ucciso in piazza il 20 settembre 2010. Arcangelo Trongone era stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare lo scorso 2 maggio. Contro di lui lo ricostruzione dell’agguato fatta ai pm proprio da Mariano che in prima persona aveva ordinato quell’omicidio e si era autoaccusato. I giudici della dodicesima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli hanno annullato l’ordinanza di arresto perche’ i rilievi mossi a Trongone non sono stati ritenuti coerenti. Secondo quanto ricostruito dal Mariano, che prima del pentimento era ritenuto uno dei boss tra i piu’ potenti di Napoli, Francesco Terracciano, fratello del piu’ noto Salvatore, si rifiuto’ di versare un ‘indennizzo’ al capoclan che era stato appena scarcerato dopo quasi dieci anni di detenzione e fornirgli i nomi di persone che all’interno del Porto di Napoli che potevano agevolarlo per l’importazione di quantitativi di droga. “Fu Arcangelo Trongone a fare fuoco e con lui un altro mio affiliato”, disse ai pm della Dda in un verbale del luglio dello scorso anno. Accuse queste che non sono bastate a confermare la responsabilita’ di ‘Angioletto’, cosi’ com’e’ soprannominato il 54enne che, secondo gli inquirenti, gestisce gli affari nella zona di piazza Borsa a Napoli.

“Quando uscii dal carcere avevo bisogno di soldi e per questo motivo chiesi ai Terracciano di sostenermi pagando delle quote ma Franco, fratello di ’o nirone ci fece sapere che non avrebbe pagato niente e che ai Quartieri Spagnoli comandavano loro. Non solo alle Chianche ma in tutti i vicoli. Fu così che decisi di ucciderlo e chiesi l’appoggio agli Elia e ai miei fedelissimi i Trongone che sono uomini fidati e che hanno fatto per me molti morti”. Parte da queste dichiarazioni del boss pentito dei Quartieri Spagnoli, Marco Mariano ’o picuozzo l’accusa contro i presunti assassini di Franco Terracciano, trucidato in piazza dei Francesi il 20 settembre del 2010. L’incontro tra i vertici dei clan, in cui fu deciso l’omicidio nei confronti di Terracciano Francesco, avvenne in mezzo al mare, a largo di Castel dell’Ovo, a bordo di due imbarcazioni.

La vittima fu sorpresa dai sicari, che giunsero in sella ad uno scooter, mentre era intenta a parlare con alcune persone nei pressi di un negozio di orologi. In particolare, l’omicidio fu deciso da Mariano Marco, all’epoca dei fatti capo dell’omonimo clan egemone nei Quartieri Spagnoli, e materialmente eseguito da Fittipaldi Gennaro (ucciso il 18 maggio del 2015 dallo stesso clan da un killer travestito da donna), e da De Crescenzo Eduardo, insieme a Trongone Arcangelo, profondo conoscitore della zona in cui fu commesso il delitto. Marco Mariano si decise ad uccidere Terracciano dopo aver ottenuto l’assenso del clan Elia, attivo nella zona del Pallonetto di S. Lucia. L’incontro tra i vertici dei clan, in cui fu deciso l’omicidio, avvenne in mezzo al mare, a largo di Castel dell’Ovo, a bordo di due imbarcazioni. La vittima era il fratello di Terracciano Salvatore, alias ‘o niron’, storico affiliato al clan Mariano che nel 2006 aveva deciso di collaborare con la giustizia, ma la cui collaborazione si interruppe nel 2010, sei mesi prima dell’uccisione di Terracciano Francesco, in quanto considerata, dall’autorità giudiziaria., strumentale e finalizzata esclusivamente ad ottenere benefici premiali. Salvatore Terracciano è morto nel novembre scorso in conseguenza di una grave malattia mentre stava scontando la sua condanna in carcere nel quale era rinchiuso dal 2016. La vittima, secondo le risultanze investigative, aveva grosse disponibilita’ economiche frutto delle attivita’ illecite che svolgeva, in particolare il prestito di denaro a tassi usurari e l’imp0rtazione di prodotti contraffatti. Terracciano fu ucciso, secondo quanto riferito dallo stesso Marco Mariano, perche’ si era rifiutato di aiutare quest’ultimo, che, appena uscito dal carcere, aveva bisogno di denaro da investire in attivita’ illecite ed intendeva sfruttare le entrature che la vittima aveva nel porto di Napoli per l’importazione dall’estero di grossi quantitativi di cocaina.

Di Franco Terracciano hanno parlato anche altri collaboratori di giustizia dei Quartieri Spagnoli: “Mi chiede quanto sia a mia conoscenza in ordine alla famiglia Terracciano. Li conosco da sempre perché io sono delle Chianche. Le loro attività predominanti sono l’usura, le estorsioni e la droga. Sono anche imparentati con i Di Biasi perché Armando Parmiggiano è cugino dei Di Biasi ed ha sposato Sisina Terracciano. I Terracciano costituiscono un clan a parte rispetto ai Di Biasi. Il loro capo è Salvatore Terracciano detto o nirone ma chi conta veramente lì è sua sorella Annarella che sta molto bene con Secondigliano. Fu lei infatti l’appoggio per fare uccidere il pallino in Piazza carità Dopo l’arresto dei Terracciano, avvenuto per una denuncia di Pasquale Cigliano, quest’ultimo si è legato ai Di Biasi i quali, nel frattempo, si sono presi tutte le attività illecite prima gestite dai Terracciano . Questo fatto non è andato giù a Sisina Terracciano e ad Annarella e Sisina, in particolare, si sta riorganizzando per riprendere in mano le attività illecite sottratte dai Di Biasi. I Di Biasi si sono presi queste attività anche perché dicono che i Terracciano si sono buttati a fare i pentiti ma Sisina Terracciano ha mandato una risposta affermando che anche i Di Biasi si tengono i pentiti perché si sono presi come affiliato Pasquale Cigliano che li aveva denunciato. Circa 20 giorni fa dovevamo andare 6-7 di noi dei Faiano a casa di Francesco Terracciano, nipote del nirone, che abita due palazzi dopo il mio a Vico Campanile al Consiglio nr. 37 per redarguirlo in quanto a Raffaele Scala dava fastidio il fatto che lui girase armato. Ci siamo recati a casa sua io insieme a Raffaele Scala, Renato Di Biasi, o pazzo, Ciro Saporito e o cafone ma abbiamo trovato la porta chiusa e ricordo che eravamo tutti armati e che Raffaele Scala urlò varie minacce nei confronti di Francesco Terracciano. Quella sera è venuta nel vico dei Faiano, Rosaria Terracciano, sorella del nirone, la quale ci ha riferito per conto del nipote Francesco che se fosse stato ucciso questi ci avrebbe fatto prendere 30 anni di carcere per ciascuno”. Personaggio di spessore nel panorama criminale dei Quartieri Spagnoli e che per anni hanno gestito i traffici illeciti della zona, soprattutto quella legata alle contraffazioni. I Terracciano diventarono “famosi” anche per una inchiesta sul voto di scambio tra i vicoli a ridosso di via Toledo.

(nella foto da sinistra il boss pentito Marco Mariano, Arcangelo Trongone, Eduardo De Crescenzo, Gennaro Fittipaldi e la vittima Franco Terracciano”


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